Durante ogni torneo, specialmente alle Olimpiadi, fa sognare tutti quanti i tifosi con il suo colpo speciale: una signature move che spedisce dall’altro lato della rete un pallone insidioso, difficile da controllare, che spesso porta a punti importanti. Ma qual è la storia sportiva di Adrian Carambula e cos’è, nel dettaglio, la sua Skyball? Approfondiamolo con questo articolo.  

 

 

Chi è Adrian Carambula: dal calcio al beach volley 

 

 

Adrian Carambula nasce in Uruguay, a Montevideo, il 16 marzo 1988. Il suo sogno è quello di diventare un calciatore professionista e, magari, anche quello di indossare un giorno la maglia Celeste. Ma il destino, a volte, sa essere beffardo. Adrian, infatti, sin da bambino diventa compagno di squadra di un giocatore che poi, in futuro, sarebbe diventato un’icona della nazionale di calcio dell’Uruguay: Luis Suarez. Lui, invece, deve dire addio ai calci al pallone per colpa di un infortunio all’inguine. Incidente che, però, sarà decisivo per la sua carriera da sportivo, dato che lo porterà a giocare con le mani invece che con i piedi.  

 

Comincia così a giocare a beach volley e lo farà anche sulla sabbia della Florida, dove si trasferisce all’età di 13 anni. Qui diventa sempre più bravo, apprende i trucchi migliori dai giocatori statunitensi e inizia a sviluppare una tecnica speciale al servizio che, di lì a pochi anni, diventerà un suo marchio di fabbrica: la Skyball. Carambula, però, raggiunge l’apice della sua carriera sportiva a 28 anni, quando si qualifica alle Olimpiadi di Rio 2016 insieme ad Alex Ranghieri sotto il tricolore italiano. Una partecipazione possibile grazie alla cittadinanza italiana ottenuta tramite la nonna di Torino.  

 

Carambula disputa tre edizioni dei Giochi Olimpici di fila (Rio 2016, Tokyo 2020 e Parigi 2024) e nonostante nessuna medaglia arrivata fin qui, si fa notare per il suo speciale servizio. Una mossa che, come da lui stesso dichiarato, fa appassionare i bambini. Un gesto tecnico che sfrutta l’altezza, in totale contrapposizione con le sue dimensioni che sono atipiche per un giocatore di beach volley (181 cm). Una tecnica che, con il passare del tempo, gli è valso il soprannome di Mr. Skyball.