Se chiedete a un appassionato di tennis quale sia la superficie più suggestiva, la risposta sarà probabilmente l’erba. Il fascino che suscita è imparagonabile, soprattutto a Wimbledon, dove il dress code impone un abbigliamento rigorosamente bianco.   

 

Allo stesso modo, però, la risposta di quasi tutti i tennisti sarà sempre la stessa se gli chiederete su quale superficie sia più difficile giocare. Non è un caso che la stagione sull’erba sia più breve delle altre e i tornei prestigiosi su questo tipo di terreno siano più pochi: Wimbledon, il Queen’s, Eastbourn, Stoccarda e Halle.   

 

L’erba è una superficie rapida in quanto il campo risulta scivoloso e morbido. Il rimbalzo è imprevedibile, irregolare e spesso rimane basso. Inoltre, la naturalità di questa superficie è causa di deteriorabilità durante l’arco di un torneo, rendendo diverse le condizioni di gioco da un match all’altro. Dunque, in linea di massima le caratteristiche migliori per giocare sull’erba devono essere un buon servizio, abilità nel gioco a rete e un buon rovescio in back, che assicura un rimbalzo particolarmente basso e veloce.  

 

I grandi specialisti dell’erba appartengono soprattutto al passato, primo su tutti ovviamente Roger Federer. Lo svizzero è senza ombra di dubbio il migliore della storia su questa superficie: 192 vittorie e 29 sconfitte (una percentuale pari all’86,9% di successi), 19 titoli vinti tra i quali 8 Wimbledon. Andando ancora più a ritroso nel tempo ci sono poi Andy Roddick, John McEnroe, Bjorn Borg, Boris Becker, Pete Sampras e Rod Laver.   

 

Oggi i tennisti “erbivori” sono sempre meno, ma questo non significa che non ci siano. Abbiamo preparato quindi una top 5 dei migliori ancora in attività, non considerando per forza il numero di trofei vinti o il periodo di forma attuale, ma basandoci anche sulle loro caratteristiche tecniche. Spoiler: nella lista c’è anche il nostro Matteo Berrettini.   

 

 

La top 5 dei tennisti più forti sull’erba al momento  

 

 

 

  • Novak Djokovic  

  • Matteo Berrettini  

  • Andy Murray  

  • Carlos Alcaraz  

  • Nick Kyrgios  

 

 

Novak Djokovic: probabilmente il tennista più forte di tutti i tempi, Nole è uno dei giocatori più completi che siano mai esistiti: 94 titoli conquistati, di cui 23 Slam. La sua superficie preferita è il cemento, ma le sue eccezionali doti lo rendono quasi imbattibile su ogni tipologia di terreno. Djokovic è l’unico tennista ad aver vinto almeno 3 volte ciascun torneo Slam: 10 Australian Open, 3 Roland Garros, 7 Wimbledon e 3 Us Open. In risposta è il miglior tennista del circuito e suo colpo naturale è il rovescio, colpito con una naturalezza, un timing e una postura da cyborg. Non sono da meno le sue doti atletiche che gli permettono di arrivare su ogni palla, anche grazie a un’elasticità incredibile e alla sua capacità di scivolare in recupero persino sul cemento.   

 

Matteo Berrettini: unico italiano in lista, Matteo Berrettini ha dimostrato di essere uno dei tennisti più difficili da affrontare sull’erba. In carriera ha vinto (per ora) solo 7 titoli e 4 vittorie sono arrivate proprio su questa superficie: 2 volte nell’Atp 250 di Stoccarda e 2 volte nell’Atp 500 del Queen’s, probabilmente il torneo sull’erba più prestigioso dopo Wimbledon. Con un 82,5 % di vittorie, è il sesto giocatore più vincente nella storia sul verde e conta anche una finale a Wimbledon nel 2021, persa contro Novak Djokovic. Dal punto di vista tecnico, il suo stile è quello di un classico attaccante, con colpi potenti e carichi di topspin. I suoi colpi migliori sono il servizio ma soprattutto il dritto, uno dei migliori del circuito, caratterizzato da una grande rotazione e profondità. 

 

Andy Murray: anche se oramai lontanissimo dal giocatore che raggiunse la prima posizione nel ranking nel luglio del 2016, Andy Murray non può di certo mancare in questa classifica. La sua carriera è stata compromessa da un grave infortunio all’anca nel 2017, a causa del quale è riuscito a tornare a pieno regime sui campi solo nel 2021. Comunque, Murray resta pur semre uno dei big four assieme a Novak Djokovic, Rafael Nadal e Roger Federer. Ci sono stati anni nei quali affrontarlo era un’impresa quasi impossibile, soprattutto sull’erba, sulla quale conta 8 trofei vinti (di cui 2 Wimbledon) e 117 vittorie contro solo 27 sconfitte.   

 

Le sue armi migliori sono sempre state la risposta al servizio e il rovescio a due mani, ma anche gesti più tecnici come la volée, il lob e la palla corta, in aggiunta a una percentuale di errori vicina allo zero. 

 

Carlos Alcaraz: partito come l’erede di Rafael Nadal, oggi Carlitos Alcaraz può essere tranquillamente considerato come l’erede di Nadal, Federer e Djokovic combinati. Il classe 2003 è oggi numero 1 al mondo del ranking Atp e ha già conquistato 12 titoli, tra cui 1 Us Open e 1 Wimbledon. Sebbene non sia esattamente il tipico specialista dell’erba, non può che essere considerato uno dei più forti anche su questa superficie, soprattutto dopo le vittorie al Queen’s e a Wimbledon contro Djokovic nel 2023.   

 

Alcaraz è un giocatore a tutto campo, aggressivo e forte fisicamente, dotato di un atletismo e una resistenza incredibili che gli permettono di essere anche un eccezionale difensore. Alle doti tecniche e fisiche si aggiungono quelle mentali: calmo, concentrato e concreto anche e soprattutto nelle situazioni più complicate. Completo in ogni fondamentale e capace di adattarsi ad ogni superficie e avversario, Carlos Alcaraz è destinato a fare la storia di questo sport.  

 

Nick Kyrgios: nonostante non abbia mai vinto un torneo sull’erba, Nick Kyrgios ha sempre dimostrato di essere uno dei migliori del circuito su questa superficie. Per la verità, la mancanza di vittorie e i pochi titoli vinti in generale derivano dalle sue intemperanze comportamentali più che da una mancanza di qualche tipo a livello tecnico. Che le sue doti sul verde siano eccezionali l’aveva già dimostrato nel 2014 a Wimbledon, quando eliminò Nadal agli ottavi di finale diventando il secondo debuttante nella storia del torneo a raggiungere i quarti. Negli ultimi anni sembrerebbe aver messo un po’ la testa apposto (seppur non abbastanza), come dimostra la finale raggiunta sempre a Wimbledon nel 2022.   

 

Nonostante le numerose squalifiche, i richiami e i momenti controversi, Kyrgios resta uno dei talenti più cristallini del tennis odierno. Non ci sono colpi che non sia in grado di eseguire, sia con una potenza disumana, che con una grazia che cozza molto con il suo aspetto e il suo fisico. Nonostante i suoi 193 centimetri, è dotato di un grande atletismo e un gioco acrobatico e creativo, anche se a tratti irriverente.