Jannik Sinner il 16 agosto 2023 ha compiuto 22 anni. È il più giovane tennista italiano ad aver vinto un torneo ATP, l’unico a essersene aggiudicati quattro nella stessa stagione, l’unico (assieme a Matteo Berrettini) ad aver raggiunto almeno i quarti in tutti i Major e, pochi giorni prima del suo compleanno, ha ottenuto la sesta posizione nel ranking, la seconda più alta (sempre a pari merito con Berrettini) ottenuta da un tennista tricolore. Come se non bastasse, con la conquista del Master 1000 di Toronto è diventato il più giovane giocatore italiano ad aver trionfato in un torneo di questa categoria e l’unico ad averlo vinto sul cemento outdoor.

 

Riassumendo: Jannik Sinner è già nella storia del tennis italiano. Il giovanissimo talento della Val Pusteria vanta già otto titoli vinti su undici finali giocate e una partecipazione alle Atp Finals, che probabilmente presto diventeranno due occupando oggi il quarto posto della Race. Per molti, inoltre, è forse l’unico in grado di dare del filo da torcere a colui che diventerà uno dei tennisti più forti di sempre: Carlos Alcaraz.

 

Ma cosè che rende Sinner così forte? Vediamo insieme le caratteristiche del suo stile di gioco e quali sono le sue superfici preferite.

 

Le superfici preferite di Jannik Sinner

 

Le superfici veloci sono quelle che si addicono maggiormente al suo stile di gioco, ma Sinner risulta molto efficace anche sulla terra rossa, grazie alla sua capacità di imprimere potenza e velocità anche in condizioni di gioco più lente. Sette delle sue otto vittorie ATP sono arrivate su campi in cemento: due nel 250 di Sofia, una nel Great Ocean Road Open di Melbourne, una a Washington, una ad Anversa, una all’Open Sud de France e l’ultima a Toronto. L’altro titolo Sinner l’ha vinto proprio sulla terra rossa di Umag in Croazia nel 2022, battendo proprio Carlos Alcaraz.

 

Lo stile di gioco di Jannik Sinner

 

Jannik Sinner è un tennista assolutamente moderno per quanto riguarda l’impostazione tecnica e tattica del suo gioco. La sua specialità è la qualità del palleggio da fondo campo. Una qualità che diventa un’arma devastante se unita, come nel suo caso, a un gioco aggressivo e in costante accelerazione, sia di dritto che di rovescio e da ogni angolo del campo.  

 

Dritto: eseguito con grande compostezza nella postura e nell’equilibrio, il dritto di Sinner è caratterizzato da una grande ampiezza dell’ovalizzazione, cioè il movimento della racchetta che segue una traiettoria dall’alto verso il basso per poi tornare nuovamente verso l’alto in uscita dal colpo. Si tratta di una tecnica piuttosto standard, ma quello che risulta fuori dalla norma è che solitamente un movimento così a tutto braccio viene utilizzato solo quando si vuole mettere a segno un’accelerazione vincente. Sinner, invece, lo fa su ogni singolo colpo mantenendo bassissima la percentuale di errore, dando la sensazione di produrre un ritmo impossibile da reggere per l’avversario. La grande velocità di braccio gli consente di colpire la palla in fase ascendente, producendo traiettorie molto piatte e schiacciate verso il suolo.  

 

Rovescio: il rovescio è il colpo più naturale per Jannik Sinner, anche se con il passare degli anni anche il dritto ha raggiunto un’efficacia quasi alla pari. Particolarmente proficuo è il suo rovescio incrociato, eseguito con grande potenza e precisione, permettendogli di far muovere molto l’avversario e aprirsi il campo per chiudere il punto. Giocato a due mani, la sua caratteristica principale è la facilità in fase preparazione eseguita in linea. Ciò che rende questo tipo di preparazione efficace è il fatto che la palla viene colpita con poca rotazione e un’altissima rapidità, a patto ovviamente di avere la scioltezza di braccia necessaria. Analizzando il movimento del rovescio di Sinner, si nota come la testa della racchetta non vada mai oltre la linea delle spalle e mai più in basso di quella di fianchi. Inoltre, ha una grande capacità naturale nell’usare la mano e il polso sinistro per controllare le palle più basse, neutralizzando anche i colpi in slice degli avversari.  

 

I margini di miglioramento di Jannik Sinner

 

Nonostante sia entrato ormai di diritto nell’élite del tennis mondiale, tanto da occupare quasi stabilmente una posizione nella top ten, i margini di miglioramento per un tennista così giovane non sono pochi. Motivo per cui, dopo otto anni sotto la guida di Riccardo Piatti, nel 2022 Sinner ha deciso di affidarsi a Simone Vagnozzi per rendere il suo gioco più completo e vario. Nel luglio dello stesso anno, è entrato nel suo team anche Darren Cahill, ex allenatore di Lleyton Hewitt, vincitore di due titoli Slam, due ATP Finals ed ex numero 1 al mondo.

 

Il servizio per esempio. Sinner raggiunge quasi i 190 centimetri di altezza e le sue lunghe leve gli permettono di battere la prima quasi sempre oltre i 200 km/h. Nel 2021 è tornato a utilizzare come impostazione del servizio quella che viene chiamata platform stance, ossia tenendo i piedi distanti e ancora poggiati per terra in fase di battuta. Il tennista altoatesino pecca un po’ nella varietà di questo colpo, soprattutto per quanto riguarda le soluzioni in slice, molto utili per trovare angoli più efficaci e per cambiare tipologia di battuta quando è una giornata no per il servizio.  

 

Altri punti deboli (si fa per dire), sono il poco utilizzo del rovescio in slice, della smorzata e la tecnica nel gioco a rete. Sinner fa ancora fatica a chiudere i punti sotto rete con angoli e tempi di esecuzione efficaci. Non è un caso che, molto spesso, i suoi avversari lo attirino verso questa zona di campo quando vogliono metterlo in difficoltà. Migliorare questo aspetto permetterebbe a Sinner di introdurre più varianti nel suo gioco, come il serve & volley.