Da Suarez a Rudiger: perché i calciatori a volte mordono?
I calciatori corrono, i calciatori difendono, i calciatori attaccano, i calciatori mordono. Momento: cosa? Sì, succede anche questo. Lo sappiamo bene pure noi italiani e lo sa ancora meglio Chiellini, che ha portato su di lui il segno dei denti di Luis Suarez, uno che di morsi ne ha rifilati più un paio, sui campi da calcio.
Ma perché i calciatori mordono gli avversari? Quale scintilla primordiale scatta nel cervello, quale istinto si scatena, per compiere un gesto simile? Le domande tornano di moda dopo l’episodio accaduto in Francia-Germania, che ha visto protagonisti Rudiger e Pogba: il primo ha rifilato un morso – o meglio, un tentativo di morso al secondo. L’ex Juve ha poi perdonato l’ex Roma, ma ha anche ammesso di aver avvertito il morso, che quindi c’è stato. E anche il fermo immagine parla chiaro.
#FranciaGermania, morso galeotto di #Rudiger a #Pogba 🦷 pic.twitter.com/HHmDYClFEe
— CalciomercatoNews (@CMercatoNews) June 15, 2021
Insomma, Rudiger si aggiunge alla lista di calciatori che hanno morso altri calciatori, trasportando sul campo quel famoso morso di Mike Tyson, forse il più celebre in assoluto in ambito sportivo. Di seguito proviamo a dare una possibile spiegazione, per capire perché i giocatori mordano, certe volte.
La spiegazione: ecco perché i giocatori mordono in campo
Ci rifacciamo a un vecchio articolo apparso su Vice nel 2014, quando all’epoca si parlava del già citato morso di Suarez a Chiellini. Uno degli studi citati è del 2007 ed è stato realizzato dai National Institutes of Health: sostiene che i morsi umani siano il terzo tipo di morsi più comuni per i quali si va al pronto soccorso. Insomma, il fenomeno non riguarda solo i calciatori in quanto tali, ma tutti gli esseri umani: certe volte mordiamo, per qualche motivo, come se fossimo in tutto e per tutto degli animali in preda all’istinto. In 9 casi su 10, tra l’altro, sempre secondo lo studio, dietro c’è anche una componente alcolica che incide.
Dando però per scontato che né Rudiger né Suarez né gli altri fossero ubriachi al momento del fatto, ci domandiamo: come gli è saltato in mente di mordere l’avversario? Secondo lo psicologo sportivo Thomas Fawcett quella di mordere in campo sarebbe “una reazione spontanea ed emozionale, fatta d’impulso.” Una sorta di reazione primordiale, ha detto lo psicologo alla BBC. Niente di ragionato, dunque: i giocatori semplicemente ad un certo punto smettono di pensare da esseri umani e si comportano come animali nella savana.
Altri episodi di morsi sui campi da calcio
Oltre a Rudiger su Pogba e Suarez su Chiellini, ci sono stati altri episodi di morsi sui campi da calcio? Si ricorda ad esempio quello di Fernando Amorebieta, che ha morso in testa Camacho in una partita tra Olimpia Asuncion e Cerro Porteno. In Serie A è capitato di recente a Patric: anche il difensore della Lazio è stato colpito da un raptus e ha morso Donati del Lecce, durante una mischia in area di rigore. Di nuovo, questi episodi capitano in casi di contatti tra i giocatori, che portano al limite la tensione e che causano la reazione istintiva e primordiale di uno dei due. Oltre a questi due episodi ne sono stati documentati altri, anche in categorie minori.
Suarez è il giocatore che ha morso più volte gli avversari
Tra tutti, comunque, Luis Suarez è il giocatore al quale più spesso è capitato di avere questa reazione: ben tre volte in carriera, la prima nel lontano 2010 quando vestiva ancora la maglia dell’Ajax. In quell’occasione l’uruguaiano morse Bakkal sulla spalla durante un diverbio. Il secondo morso di Suarez risale invece al 2013, questa volta ai danni di Ivanovic in una partita tra Liverpool e Chelsea. Il terzo e ultimo morso è stato quello a Chiellini, già citato in precedenza.