Maurizio Sarri a parole sue. L’allenatore iconico, con la sua tuta e i suoi modi da barba sfatta e idee chiare, ha firmato con la Lazio un contratto di due anni. Dopo un anno di stop (in cui la Juve ha giocato con lo Scudetto sul petto conquistato con lo stesso Sarri in panchina), il tecnico toscano torna in Serie A. E sarà una massima serie tutta da vivere, tra allenatori carismatici e frasi celebri, destinate a passare alla storia.

 

A Roma Sarri troverà Mourinho, che ha già affrontato in Premier League, appena approdato sulla panchina giallorossa. Dovrà battagliare anche con il suo passato: dal Napoli alla Juve, che in panchina ha ripreso proprio quell’Allegri, spesso contrapposto a Sarri per idee e ideologie calcistiche (più a mezzo stampa che per reale rivalità tra i due che non fosse strettamente di classifica).

 

Le migliori frasi di Maurizio Sarri

L’allenatore ex Juventus è celebre per le sue frasi secche, decise, a volte anche ruvide: ha legato una parte della sua fama ad una comunicazione carismatica e mai banale. Quando si tratta di regalare un titolo ai giornali, Sarri sa come fare. Ecco le frasi migliori di Sarri che abbiamo scelto:

 

  • Questa frenesia, per la quale un allenatore è un cretino se perde due partite o un genio se ne vince due e un attaccante una schiappa se sbaglia un rigore e un genio se fa un gol qualsiasi, rende molto difficile far vivere progetti e quindi far evolvere il calcio.
  • Ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. Mi chiamano ancora l’ex impiegato. Come fosse una colpa aver fatto altro.
  • L’allenatore è come il pesce, dopo un po’ puzza.
  • Prima ero più rigido. Ero più portato a pensare che la tattica fosse un valore assoluto. Ora so che il bambino che c’è in ogni giocatore non va mai spento. Non va mai represso l’aspetto ludico, quello per il quale il calcio si chiama, appunto, gioco del calcio. Quando un giocatore si diverte rende il doppio, ed è uno spettacolo meraviglioso.
  • Ho sempre detto in questi mesi che lo Scudetto è una bestemmia, ma io sono toscano e in Toscana si bestemmia abbastanza. Una bestemmia quindi ogni tanto ci può stare, anche perché può capitare di tutto nella vita.
  • Nelle categorie inferiori conosco tanti che potrebbero stare al posto mio, se godessero di attenzione mediatica.
  • [Sulla Serie A 2017-2018] Il rammarico è perché abbiamo perso uno scudetto in albergo e ci sarebbe piaciuto più perderlo in campo.
  • Faticoso è alzarsi alle 6 per andare in fabbrica. Qui serve solo armonia di movimenti e di tempi.
  • L’esperienza in banca è un valore aggiunto: ho appreso il valore dell’organizzazione e della capacità decisionale.
  • Un allenatore che indovina la piazza ideale ha un gran fiuto o un gran cul*.
  • Se c’è una categoria di persone che mi fa paura sono i tuttologi, quelli che parlano in mezz’ora di sei argomenti diversi, io faccio l’allenatore e posso parlare di cose di calcio.
  • Cosa ho detto ai ragazzi nello spogliatoio? Che se avevano vinto con me, allora sono proprio forti
  • Gli anni ’70 verranno ricordati per l‘Olanda anche se non ha vinto.
  • In questo momento non ho pensieri sul futuro, dopo questa esperienza posso pensare anche di smettere, non so quante energie mi restano e se penserò di fare ancora bene.
  • “Non so dire se siamo padroni del nostro destino. Fosse per me vado al Palazzo a prendere il potere, ma non è facile lottare contro chi di solito travolge tutti. Vedremo di fare il meglio possibile”;
  • “La gente non ha più fiducia nel calcio italiano? Pensando solamente al campo, io non voglio pensare a niente altro, senza secondi pensieri, prima o poi finirà, chiaro che poi quando impoverisci un sistema, impoverisci anche i ricchi” .