La finale di Euro 2020 continua a suscitare polemiche. Non per noi, ovviamente: gli Azzurri festeggiano e si godono la vittoria e il bagno di folla e tutto il resto. Come è giusto che sia. Lodi ai vincitori, critiche agli sconfitti. Oltre alla questione grave del razzismo nei confronti dei tre giocatori inglesi di colore che hanno sbagliato il rigore, ne è sorta anche un’altra più marginale, che sta facendo parecchio discutere e che divide le opinioni: la medaglia del secondo posto tolta non appena ricevuta.

 

Nel momento della premiazione, infatti, le telecamere hanno inquadrato diversi giocatori inglesi nell’atto di togliersi la medaglia appena consegnata da Ceferin, con un gesto quasi di stizza. In molti hanno preso quel comportamento come irrispettoso e maleducato: è comunque una medaglia, rappresenta un secondo posto in un torneo importante. Perché togliersela? Diciamo che la questione è complessa e va analizzata a fondo, senza paragoni azzardati con altri sport. 

 

 

Perché i giocatori si tolgono la medaglia, quando arrivano secondi? 

Sostanzialmente perché rappresenta una sconfitta bruciante, e non un successo raggiunto: nel calcio arrivare secondi vuol dire perdere la finale, e perdere le finali fa male. Mentre gli altri festeggiano e si godono il momento, tu calciatore sconfitto hai addosso gli occhi del mondo: sei il primo dei perdenti, e quella medaglia al collo te lo ricorda.

 

Attenzione: questo non vuol dire che sia universalmente giusto togliersi la medaglia. C’è chi prende la sconfitta in maniera positiva, come un punto di ripartenza, di riflessione, di rinascita, e che per questo tiene la medaglia e la apprezza. C’è anche chi semplicemente non gli dà peso e la tiene al collo. Insomma: dipende da giocatore a giocatore. Tanto che diversi inglesi l’hanno tenuta al collo (Pickford e Maguire, per citarne un paio). Insomma, non tutti gli inglesi si sono comportati in quel modo, e chi lo ha fatto ha una parziale giustificazione: la rosicata. Pura, semplice, inequivocabile. Come è naturale che sia, quando si partecipa a una competizione e si viene sconfitti all’ultimo atto. 

 

Il paragone con gli altri sport non regge 

E soprattutto varia da situazione a situazione. Pensate a Berrettini: ovvio che sia stato comunque contento di arrivare secondo, visto che se la giocava contro il numero uno al mondo e aveva pochissime possibilità di successo. Primo italiano in finale a Wimbledon: sì che festeggi, comunque vada. 

 

 

Ma pensate anche agli atleti olimpici: chi va sul podio raggiunge comunque un traguardo importante, per questo non capita quasi mai di vedere sportivi togliersi medaglie d’argento o di bronzo – anzi, spesso le festeggiano come fossero d’oro. Questo perché hanno un peso diverso rispetto alla medaglia del secondo posto nel calcio: lì perdi una finale secca contro un avversario, alle Olimpiadi invece per esempio entri comunque nella storia della competizione, o del tuo Paese. La prospettiva cambia completamente.

 

Gli altri esempi di medaglie tolte (oppure no) da giocatori e allenatori

Quel gesto di togliersi la medaglia non riguarda certo solo gli inglesi, anzi: se guardiamo in casa nostra possiamo ritrovare le immagini di Bonucci che, dopo aver perso la finale di Champions, si toglie immediatamente la medaglia del secondo posto. La pratica è quindi diffusa nel mondo del calcio, e come spiegato anche parzialmente giustificata, in questo sport. 

 

 

Poi c’è chi invece quella medaglia l’ha tenuta, nonostante pesasse parecchio al collo.

 

 

Infine c’è l’esempio di Guardiola, che è andato addirittura oltre: lui non solo non ha tolto la medaglia del secondo posto, ma l’ha addirittura baciata. Un gesto anticonvenzionale e sicuramente bello, soprattutto per lui: se riesci a prendere la sconfitta in questo modo, evidentemente la apprezzi più di tutti. E da lì ripartire è più semplice…