Paolo Rossi ha scritto la storia dei Mondiali: verrà ricordato per la storica vittoria azzurra in Spagna, nel 1982. I suoi gol dopo due anni di squalifica hanno regalato consistenza al sogno azzurro: una vera e propria escalation fino alla finalissima contro la Germania Ovest, sempre sul tabellino, sempre a rete.

 

 

Paolo Rossi passerà alla storia come ‘Pablito’, questo il suo soprannome più famoso. Arriva al Vicenza (che lo pagherà poi a peso d’oro alle buste più di 2 miliardi per strapparlo alla Juventus) dopo 3 infortuni al menisco, a soli 18 anni. Col Real Vicenza, spostato in attacco, diventa capocannoniere della B, e poi in Serie A, dove con i biancorossi si piazzerà al secondo posto. Quanto basta per portarlo ai Mondiali, ma non quelli in Spagna che ne segnarono la leggenda. No, i suoi primi Mondiali Paolo Rossi li gioca in Argentina, nel 1978.

 

Perché Paolo Rossi si chiama ‘Pablito’? La spiegazione del soprannome

 

Le origini del suo soprannome ‘Pablito’ scavano fin nella provincia vicentina, e partono proprio da quei Mondiali. L’Italia già di Bearzot gioca benissimo, arriva quasi alle porte della finale; davanti, nelle fasi a girone, è scatenato quel piccoletto gracilino del Vicenza, Paolo Rossi. L’Italia nel girone batte la Francia anche grazie ad un suo gol, poi stesso tabellino contro l’Ungheria, sempre Rossi, poi nel secondo girone contro l’Austria ancora lui, Paolo Rossi. L’Italia non passerà il turno, di fatto abbandonando il sogno di alzare la Coppa del Mondo in Argentina. Rossi, dall'altra parte, comincerà quella relazione con il gol e Bearzot che lo porterà in Spagna, nonostante la squalifica appena scontata.

 

Il suo soprannome è legato sì alla lingua spagnola, ma non quella del Mundial, ma quella parlata nella patria di Maradona. Bisogna arrivare a Vicenza, nella sua Vicenza, dove esploderà, per pescare uno speciale de Il Gazzettino dedicato proprio a Paolo Rossi, la punta ex ala divenuto goleador. Sarà Giorgio Lago, futuro direttore della testata veneziana, a coniarlo, lui il primo a chiamarlo Pablito. Alla spagnola, il piccolo Paolo, ‘Pablito’, che poi sempre in terra spagnola entrerà nella leggenda.