Euro ’92,  disputato in 4 città svedesi, è passato alla storia per molti motivi, e una favola. La nona edizione degli Europei di calcio è stata l’ultima ad 8 squadre, si è svolta nel paese scandinavo dal 10 al 26 giugno 1992. Ed è stata vinta dalla Danimarca a sorpresa. 

 

In un Europeo che aveva le sue stelle e le sue favorite, i danesi hanno sorpreso tutti, imponendosi e portando a casa il primo titolo nella storia della piccola nazione scandinava. E tutto parte dalla politica: non parteciparono a quegli Europei né Unione Sovietica (dissolta nel frattempo, che gareggio col nome di “Comunità Stati Indipendenti”, CSI) né Jugoslavia. Questi ultimi furono squalificati per i noti fatti bellici, e al loro posto è stata ripescata, vedi a volte il fato, proprio la Danimarca seconda nel girone.

 

Il cammino della Danimarca ad Euro ’92

Dicevamo, non è che ad Euro ’92 mancassero squadre importanti, o campioni. Guardate un po’, ad esempio, chi schieravano in attacco i Paesi Bassi:

 

 

Il talento cristallino ed elegante di Dennis Bergkamp (che ha giocato anche nell’Inter, ma ha legato all’Arsenal le sue migliori annate e giocate) unito alla potenza sconvolgente e acrobatica – e anche qui tecnica raffinata – di Marco Van Basten, che i tifosi italiani ricorderanno nel grande Milan di Sacchi. I partecipanti erano, come detto, 8:

 

  1. Svezia (squadra ospitante)
  2. Francia
  3. Inghilterra
  4. CSI
  5. Scozia
  6. Germania
  7. Paesi Bassi
  8. Danimarca (ripescata dal Gruppo 4 di qualificazione)

Il sorteggio dei 2 gironi si svolse a Goteborg, a gennaio 1992. Nel Girone A la Svezia, nel B i Paesi Bassi. Il resto a sorteggio libero. E ci fu subito la prima sorpresa, guardate come è terminato proprio il Girone A:

 

Girone A

 

1. Svezia 5 
2. Danimarca 3
3. Francia 2
4. Inghilterra 2

 

Fuori Inghilterra e Francia, passano il turno le due nazionali scandinave, contro ogni pronostico. Ad Inghilterra e Francia non bastano le reti rispettivamente di Platt e Papin (altri due vecchi ricordi per i tifosi italiani): perdono tutte e due 2-1 lo scontro decisivo, rispettivamente contro Svezia e Danimarca.

 

Nel Girone B in realtà il crollo dell’Unione Sovietica si ripercuote anche a livello sportivo: il CSI non va oltre 2 punticini. Passano il turno, rispettando il pronostico, Paesi Bassi e Germania.

 

Girone B

 

  1. Paesi Bassi 5 
  2. Germania 3
  3. Scozia 2
  4. CSI 2

 

Euro ’92, le semifinali

A questo punto il sorteggio è complicato: i padroni di casa della Svezia cedono le armi proprio alla Germania. Non bastano le reti di Brolin e Kennet Andersson (altri nomi noti in Serie A, Parma, Bologna e Lazio ricordano di certo), Hassler (ex Roma) e doppietta di Riedle (ex Lazio anche lui) portano i tedeschi in finale.

 

Dall’altra parte la Danimarca affronta un avversario super: come abbiamo visto i Paesi Bassi in quel periodo sono un mix di talento iper-moderno, grande capacità di andare a rete, potenza fisica e calcio veloce. Nel primo tempo succede di tutto: Larsen, che poi finirà capocannoniere del torneo, porta in vantaggio due volte la Danimarca, con il pareggio di Bergkamp in mezzo. Prima i 188 cm di Larsen lo aiutano ad insaccare un cross di Brian Laudrup, poi sempre il centrocampista va a rete con un tiro da lontano. Rijkaard – altro nome che dovrebbe dire qualcosa al Milan – all”86′ pareggia.

 

I supplementari sono un supplizio per i danesi: il portierone Peter Schmeichel (bandiera dello United, papà dell’attuale estremo difensore del Leicester) salva tutto su Roy. Si va ai calci di rigore: non sbaglia nessuno tra i danesi, mentre sempre Schmeichel strega e para il tentativo di Marco Van Basten. La Danimarca, contro ogni logica, è in finale.

 

Euro ’92, la finale: apoteosi danese

 

La finale è stata di certo la miglior partita della Danimarca in tutto il torneo. Contro una Germania campione del Mondo, piena zeppa di talenti – molti dei quali protagonisti della Serie A –  come Jürgen Klinsmann, Andreas Möller, Thomas Häßler, Rudi Völler, Karl-Heinz Riedle e Mattias Sammer – i danesi tirano fuori una prestazione pazzesca. 3Dopo 18 minuti trova subito il vantaggio Jensen, con una grande botta da fuori. La Germania le prova tutte: nulla di fatto, saracinesca chiusa, c’è spazio solo per il raddoppio di Vilfort. Fino a quel momento ha fatto la spola con la capitale svedese, dove la figlia gravemente malata è ricoverata. Decide la finale, e c’è spazio per l’apoteosi danese.