Il Milan dei tre olandesi: storia di un'epoca leggendaria
La storia del calcio è costellata di grandi squadre e di grandi giocatori, ma pochi episodi hanno segnato un'epoca come l'arrivo dei tre olandesi al Milan sul finire degli anni '80. Marco van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard hanno cambiato le sorti del club e hanno scritto pagine indelebili nella storia del calcio mondiale. Tra i migliori acquisti della storia del Milan di Berlusconi, il loro talento straordinario e la loro classe inconfondibile, hanno incarnato l’essenza del “calcio totale” olandese, contribuendo a trasformare la squadra di Sacchi in una delle più forti e ammirate della storia.
L’arrivo dei tre campioni rappresentò una svolta epocale per il club, che usciva da un periodo difficile. La visione di Silvio Berlusconi e l’ingegno tattico di Arrigo Sacchi trovarono nei tre tulipani olandesi gli interpreti perfetti per rivoluzionare il calcio europeo. Non si trattava solo di vincere, ma di farlo con stile, dominando il gioco e lasciando un’impronta culturale. Il loro impatto non si limitò ai successi sul campo: divennero icone globali, modelli per milioni di tifosi e simboli di un'epoca irripetibile.
Chi erano i tre olandesi del Milan
Ecco nel dettaglio chi erano e da dove arrivavano i tre olandesi:
- Marco van Basten: arrivato nel 1987 dall'Ajax, è rimasto al Milan fino al 1995. Considerato uno degli attaccanti più eleganti e micidiali della sua generazione, ha segnato alcuni dei gol più iconici nella storia del calcio. Dotato di tecnica sopraffina e senso del gol, van Basten è stato il simbolo della perfezione nel ruolo di centravanti.
- Ruud Gullit: acquistato nel 1987 dal PSV Eindhoven, ha giocato con il Milan fino al 1993 (con un breve passaggio alla Sampdoria nello stesso anno). Gullit ha portato al Milan forza fisica, tecnica e una versatilità unica, distinguendosi sia come centrocampista che come attaccante. Era famoso per il suo carisma e la capacità di trascinare la squadra nei momenti decisivi.
- Frank Rijkaard: approdato in rossonero nel 1988 dopo una stagione al Real Saragozza (prima ancora aveva militato per sette anni nell’Ajax), ha vestito la maglia del Milan fino al 1993. Rijkaard era un giocatore polivalente, capace di interpretare con intelligenza sia il ruolo di mediano che quello di difensore centrale. La sua visione di gioco e la sua capacità di impostare l'azione lo rendevano una pedina fondamentale per il Milan di Sacchi.
I soprannomi dei tre olandesi del Milan
Il trio formato da van Basten, Gullit e Rijkaard veniva spesso chiamato "i tre tulipani", in omaggio alle loro origini olandesi e alla loro eleganza in campo. Questo soprannome celebrava non solo la loro provenienza geografica, ma anche il loro stile di gioco, che fioriva con la stessa bellezza e precisione di un tulipano. Inoltre, ciascuno dei tre aveva un soprannome specifico legato alla propria personalità o stile di gioco:
- Marco van Basten: soprannominato "Il Cigno di Utrecht", un appellativo che evocava la sua straordinaria eleganza e la leggerezza dei suoi movimenti sul campo. La sua capacità di controllare il pallone e finalizzare con classe rendeva ogni suo gesto una vera opera d’arte calcistica, simile al volo di un cigno. Questo soprannome sottolineava anche la sua origine, essendo nato nella città olandese di Utrecht.
- Ruud Gullit: chiamato "Il Tulipano Nero", un soprannome che racchiudeva la potenza e il carisma che lo contraddistinguevano, con il riferimento al tulipano, fiore simbolo dell’Olanda. Gullit era un giocatore completo, capace di dominare in ogni zona del campo grazie alla sua forza fisica e alla sua tecnica raffinata.
- Frank Rijkaard: ribattezzato "Il Professore", per la sua intelligenza tattica fuori dal comune. Rijkaard era in grado di leggere ogni situazione di gioco con una lucidità che pochi altri giocatori potevano vantare. Che fosse in difesa o a centrocampo, agiva sempre con calma e precisione, orchestrando le azioni della squadra come un vero maestro sul campo.
Questi soprannomi riflettevano non solo le loro qualità tecniche e personali, ma anche l'affetto e l'ammirazione che il pubblico nutriva per loro, rendendoli figure immortali nella storia del calcio mondiale.
La storia dei tre olandesi in rossonero: l’arrivo a Milano
Negli anni '80, il Milan era in cerca di riscatto dopo un periodo di difficoltà sportive e finanziarie. L'arrivo di Silvio Berlusconi alla presidenza nel 1986 segnò l'inizio di una nuova era. Berlusconi, visionario e ambizioso, aveva un chiaro obiettivo: portare il Milan al vertice del calcio mondiale. Per raggiungere questo traguardo, insieme all'allora allenatore Arrigo Sacchi, decise di puntare su tre talenti olandesi, scelti per il loro talento e la loro affinità al calcio totale.
Marco van Basten, acquistato dall'Ajax nel 1987, era già considerato uno dei migliori attaccanti al mondo, capace di segnare gol impossibili e di fare la differenza in ogni partita. Ruud Gullit, arrivato nello stesso anno dal PSV Eindhoven, portava con sé un mix esplosivo di potenza, tecnica e leadership. Frank Rijkaard, l'ultimo ad unirsi al gruppo nel 1988, completava il puzzle con la sua duttilità e la capacità di bilanciare difesa e attacco. L'arrivo di questi tre fu accolto con entusiasmo dai tifosi, e le attese non vennero deluse. Il Milan iniziò subito a costruire una squadra capace di dominare in Italia e in Europa.
Il dominio in Italia e in Europa
Con Arrigo Sacchi in panchina, il Milan introdusse un gioco rivoluzionario, basato sul pressing alto, la compattezza difensiva e una mentalità collettiva senza precedenti. E questo stile di gioco esaltava le qualità dei tre olandesi. Nel 1987-1988, il Milan conquistò lo scudetto, mettendo fine a un digiuno che durava dal 1979. Nonostante gli infortuni che lo limitarono, van Basten si dimostrò decisivo nei momenti chiave, segnando gol pesanti. Gullit, con la sua versatilità e il suo contributo fondamentale in campo, vinse il Pallone d'Oro, consacrando il suo ruolo di leader della squadra.
Il trionfo europeo non si fece attendere: nel 1988-1989, il Milan vinse la Coppa dei Campioni, annientando la Steaua Bucarest con un clamoroso 4-0 in finale. Gullit e van Basten furono protagonisti assoluti, segnando due gol ciascuno in quella notte magica. L'anno successivo, il Milan bissò il successo, battendo il Benfica 1-0 nella finale del 1990, grazie a un gol decisivo di Rijkaard. Oltre ai successi continentali, la squadra si aggiudicò due Supercoppe Europee e due Coppe Intercontinentali, affermandosi come il club più forte del mondo.
L’addio al Milan e la fine del ciclo dei tre olandesi
Gli anni '90 segnarono un progressivo tramonto del trio olandese al Milan, causato principalmente dagli infortuni e dai cambiamenti nella squadra. Van Basten, tormentato da problemi alla caviglia, fu costretto a un ritiro prematuro nel 1995, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore dei tifosi. Gullit, dopo aver vinto altri trofei con il Milan, si trasferì alla Sampdoria nel 1993 e successivamente al Chelsea, dove continuò a dimostrare il suo valore. Rijkaard, dopo aver dato il suo contributo decisivo nei successi europei, tornò all'Ajax nel 1993 per concludere la sua carriera da giocatore. Nonostante le difficoltà e l'addio, i tre olandesi lasciarono un'eredità indelebile.
L'eredità dei tre olandesi
Van Basten, Gullit e Rijkaard non sono stati solo grandi calciatori, ma simboli di un'era di successi. La loro presenza al Milan ha portato il club a livelli mai raggiunti prima, ponendo le basi per un dominio che sarebbe durato negli anni successivi. Oggi, i tifosi rossoneri ricordano con affetto e orgoglio quei giorni gloriosi, consapevoli che i tre olandesi hanno scritto alcune tra le pagine più belle della storia del calcio. Talento, grinta, classe e tanti successi: il trio composto da van Basten, Gullit e Rijkaard questo vivrà per sempre nella memoria del Milan e dei suoi tifosi.