Le frasi più celebri di Berlusconi sul Milan
Silvio Berlusconi è stato per tanti anni uno dei personaggi più importanti del panorama italiano, anche a livello sportivo. In 31 anni alla guida del Milan ha vinto tanti trofei e ha piazzato acquisti memorabili sul fronte mercato, scrivendo la storia del club.
Berlusconi era bravissimo con le parole, dote fondamentale per chi fa politica. Alcune delle sue frasi più celebri sono collegate al Milan: ecco di seguito alcune tra le uscite più clamorose del Cavaliere da Presidente rossonero.
Le frasi più celebri di Berlusconi sul Milan
Le frasi sono organizzate in ordine temporale, ecco le più celebri:
1985 - C’è mio fratello Paolo che segnava caterve di gol, c’è Confalonieri discreto calciatore, c’è Galliani che giocava benissimo all’ala destra. Io ho addirittura fatto l’allenatore in terza categoria. La mia squadra, l’Edilnord, vinceva tutto. Un giorno i miei ragazzi vinsero 2-0 contro il giovane Milan di Zagatti...
1986 - Ai tifosi del Milan chiedo di unire i loro cuori a quelli dei giocatori. E poi vorrei che non ci fossero fischi all'annuncio delle formazioni rivali, che San Siro ridiventi lo stadio della signorilità, della classe dello stile, del rispetto.
1987 - Van Basten? Venne in Italia, a casa mia, ma purtroppo io quel giorno non c’ero. Fu ricevuto da mio figlio Dudi, di 18 anni, che sa tutto di calcio e mi parlò in termini entusiastici di questo ragazzo. Firmammo un preliminare.
1988 - Tutte le cose di cui mi occupo sono profane, ma il Milan è sacro.
1995 - Speriamo di aver confezionato una squadra capace di produrre spettacolo perché abbiamo precisi doveri verso i nostri tifosi e verso il resto del mondo, dove siamo la realtà italiana più conosciuta dopo la mafia e la pizza.
1998 - Cara Santità (Giovanni Paolo II, ndr), mi lasci dire che lei assomiglia molto al mio Milan. Infatti, lei, come noi, è spesso all’estero, cioè in trasferta, a portare in giro per il mondo un’idea vincente. Che è l’idea di Dio.
2000 - (Riferito a Zaccheroni) Il signor Lizzola era un bravissimo sarto e aveva un motto a proposito della buona stoffa: attenzione a che sarto la dai...
2004 - Manderò una lettera: da lunedì qualsiasi tecnico del Milan sarà obbligato a giocare con almeno due punte. Non è una richiesta, è un obbligo.
2005 - Ho ordinato ai miei giocatori di scendere in campo per essere padroni del campo e del giuoco.
2006 - Le bandiere nel calcio non si vendono e non si comprano. Mi è stato ricordato che però ho comprato Nesta che era la bandiera della Lazio. Non ho mai fatto un’offerta per Nesta quando ero presidente del Milan, il mio pensiero era che la Lazio lo dovesse tenere stretto. Poi quando, per motivi economici, è stata costretta a metterlo sul mercato, di fronte alla possibilità molto concreta che il giocatore andasse alla Juventus, allora, e solo in quel caso, sono intervenuto, per non permettere che un mio diretto concorrente si rafforzasse.
2008 – Ronaldo? Sono preoccupato per lui, bisogna mandarlo a Lourdes. Gli avevo imposto di farsi crescere i capelli perché diventasse più bello. In realtà ha esagerato: adesso è veramente brutto. Vorrà dire che lo manderò dal mio parrucchiere.
2010 - Vendere il Milan mi costerebbe in termini di popolarità. Non è una decisione facile. Vi ricordate quando ho venduto Kakà? Ci ho rimesso tre punti alle Europee.
2013 - Il Milan la squadra più titolata del mondo, e io il presidente che ha vinto più trofei. Santiago Bernabeu ne ha vinti la metà e gli hanno pure intitolato uno stadio.
2014 - Ce l’avrei io l’allenatore giusto: Berlusconi.