Cosa significa la transizione nel calcio e come funziona
La transizione nel calcio moderno deve essere considerata una fase fondamentale per segnare o per non subire goal. Gli aspetti offensivi e difensivi sono sempre più collegati da una fase centrale del gioco che costringe le due squadre a non perdere mai l’equilibrio e la compattezza dei vari ruoli e nei reparti, così da evitare di subire un contropiede. Le ripartenze in fase offensiva o i recuperi in fase difensiva sono dette “ transizioni” e assumono grande importanza nella tattica di una partita. Non è un caso che questi i due aspetti, chiamati rispettivamente transizione positiva e transizione negativa, siano delle componenti su cui gli allenatori moderni lavorano durante la settimana, proprio perché, evidentemente, possono fare la differenza. Vediamo come.
Cosa si intende per transizione nel calcio?
“Il passaggio da una situazione a un’altra”, se badassimo semplicemente al significato naturale del termine. Ma questo in realtà ci aiuta molto per dare una base di partenza nella spiegazione della parola “transizione” nel calcio. C’è una fase importante nello sviluppo di una partita che rappresenta il momento in cui si perde o si riconquista il pallone. Oltre alla fase offensiva e difensiva, quindi di possesso o non possesso palla, esiste una terza fase che è anche un po’ il cuore della partite stessa: la transizione identifica il momento della riconquista o della perdita della palla da parte di una o dell’altra squadra. Si colloca un po’ in mezzo alle due fasi e spesso ne assume la parte decisiva per indirizzare le sorti di una gara: una parte consistente dei gol che vengono realizzati, nascono proprio da una perdita di possesso palla e dal successivo contrattacco veloce.
Cosa significa transizione positiva?
Non è altro che la riconquista del pallone che genera un contrattacco. Attraverso il pressing alto, una squadra punta a passare da una fase di non possesso palla a una fase di recupero e gestione della stessa, che possa garantire magare un attacco alla porta in superiorità numerica. Questo tipo di transizione può avvenire in diverse zone del campo e prevede due aspetti: il consolidamento del possesso palla, ovvero una gestione del pallone attraverso il palleggio dei centrocampisti, o una ripartenza rapida che prevede un cambio di velocità nel gioco per sorprendere la squadra avversaria riempiendo con tanti uomini l’altra metà campo.
Cos’è una transizione negativa?
È di certo l’aspetto più importante, ma anche quello più difficile da allenare. Serve grande capacità mentale per reagire velocemente alla perdita del possesso palla e di conseguenza recuperare una corretta posizione in fase difensiva. Una volta che non si è più in gestione del pallone bisogna sempre ridurre i rischi derivanti dalle ripartenze e quindi cercare di risistemarsi il più velocemente possibile senza offrire il fianco alle incursioni di chi attacca. Ma una transizione può essere definita negativa anche quando la propria azione termina e, sul rinvio del portiere, ci si deve preoccupare di rientrare velocemente nella propria posizione o di assumere una determinata posizione (per coprire un certo spazio) idoneo a sviluppare la miglior fase difensiva possibile.