Nel mondo del calcio, si sa, i primi a pagare, quando le cose vanno male, sono gli allenatori. E a volte bastano poche giornate per convincere una società, spaventata da un inizio difficile e con l’ansia di non centrare i traguardi prestabiliti, a tornare su propri passi e scegliere di cambiare. Il cambiamento, in questo caso, viene percepito come necessario e salvifico, ma sono molti gli esempi di come scelte frettolose possano portare a risultati spesso disastrosi. Le prime giornate di Serie A, in ogni caso, hanno mostrato un equilibrio generale che non dovrebbe portare, almeno nell’immediato, a ribaltoni in panchina.

 

Nonostante ci siano squadre, come il Milan o la Fiorentina, che non abbiano raccolto i risultati sperati. Troppo presto però per rinnegare le scelte estive e ributtarsi sul mercato, dove comunque attendono speranzosi diversi allenatori che potrebbero fare al caso di diverse società in Serie A. Max Allegri, Maurizio Sarri e Stefano Pioli guidano un gruppo di tecnici esperti e pronti a nuove avventure a cui si è aggiunto di recente anche Andrea Pirlo, esonerato dalla Sampdoria. Tra loro ci sono allenatori abituati a cambiare spesso panchina o a entrare in corsa (come Ballardini o Andreazzoli) e giovani in rampa di lancio in attesa del progetto giusto per potersi esprimersi (Pirlo o Aquilani). Inseriamo anche Ranieri che, nonostante l’intenzione di smettere di allenare, non ha chiuso le porte a un ritorno di fronte a un progetto intrigante, anche se sembrerebbe preferire una Nazionale. Ecco quindi i migliori dieci tecnici italiani liberi sul mercato.

 

Allenatori senza squadra italiani: la top 10 del 2024

 

1.      Massimiliano Allegri

2.      Maurizio Sarri

3.      Stefano Pioli

4.      Andrea Pirlo

5.      Walter Mazzarri

6.      Davide Ballardini

7.      Gabriele Cioffi

8.      Claudio Ranieri

9.      Aurelio Andreazzoli

10.  Alberto Aquilani

 

Allenatori senza squadra italiani: spicca Massimiliano Allegri

 

L’addio alla Juventus è stato burrascoso e ora Massimiliano Allegri attende la chiamata giusta per ricominciare. In estate c’era stato un tentativo della Lazio, un sondaggio che però non ha trovato l’apertura del tecnico livornese, che si vede ancora su una panchina di primissimo livello. Il suo ritorno a Torino, dopo i cinque campionati consecutivi vinti dal 2014 al 2019, era stato accolto con entusiasmo dai tifosi bianconeri. Ma le cose non sono andate come molti speravano. Max si è ritrovato a gestire diverse situazioni ambientali, tra cui il caso plusvalenze e la definitiva penalizzazione di dieci punti che ha portato la Juve prima a essere retrocessa in Conference League e poi ad essere esclusa definitivamente da ogni competizione europea nella stagione 2023-24. Il gioco mostrato a Torino inoltre non ha convinto tifosi e addetti ai lavori, ma alla fine Max è riuscito a chiudere il suo triennio vincendo la Coppa Italia 2024.

 

Anche Sarri è ancora senza squadra

 

L’addio di Maurizio Sarri alla Lazio è stato, se possibile, ancora più traumatico. Il tecnico toscano si è dimesso lo scorso marzo, quando i risultati stentavano ad arrivare e la squadra mostrava una preoccupante involuzione. Eppure la stagione precedente i biancocelesti chiusero il campionato al secondo posto (miglior piazzamento dell’era Lotito), tornando a giocare in Champions League e festeggiando ancora una volta, l’anno successivo, l’approdo agli ottavi di finale. Il sarrismo a Roma ha entusiasmato i tifosi e mostrato, specialmente nella stagione 2022-23, un gioco brillante che ha riportato alla memoria quello del Napoli di Sarri. Sebbene la Lazio fosse una squadra profondamente diversa dai partenopei di allora, il tecnico toscano non ha mai rinunciato ai propri principi di gioco, ed è riuscito ad esaltare le qualità dei suoi interpreti entrando in empatia con la piazza e alimentando un bellissimo dualismo con Mourinho, contemporaneamente sulla panchina della Roma. Sarri ha recentemente dichiarato di essere rimasto scottato dalla mancata chiamata di Milan o Fiorentina in estate, piazze in cui, a detta sua, avrebbe potuto esprimersi al meglio. Chissà che non possa arrivare in futuro.

 

Allenatori senza squadra italiani: Stefano Pioli

 

Chiude questo podio fittizio l'ex tecnico rossonero. Quella di Stefano Pioli sulla panchina del Milan è stata una continua montagna russa. Allo scetticismo iniziale, con il punto più basso toccato nell’impietosa trasferta di Bergamo finita 5-0 per l’Atalanta, si è sostituita una cavalcata trionfale che, dalla ripresa del campionato post Covid fino alla stagione seguente, ha portato i rossoneri sul tetto d’Italia. Lo scudetto 2021-22 rimarrà nella storia del Milan come uno dei più inaspettati, e quindi soddisfacenti, di sempre, anche perché vinto rimontando gli storici rivali dell’Inter. Di quella squadra Pioli è stato il grande artefice, ricoprendo un ruolo “alla Ancelotti”, vale a dire più attento agli equilibri di spogliatoio e di gestione del gruppo che ad imbrigliare i propri talenti entro dettami tattici definiti. L’empatia e lo spirito di squadra sono stati il segreto di quel trionfo, arrivato, appunto, contro ogni pronostico e previsione. Da quel momento però qualcosa si è rotto e Pioli non è riuscito a rinnovare motivazione e fame nei propri calciatori. Molti di loro, tra cui gli uomini simbolo Theo Hernandez e Leao, sono rimasti allo stesso livello senza mai riuscire a sprigionare il proprio massimo potenziale, e permettere dunque al Milan di fare un ulteriore passo in avanti. Il mancato rinnovo e l’addio al termine dello scorso campionato sono stati la conseguenza, nonostante uno scudetto e la presenza ormai fissa in Champions League, traguardo tutt’altro che scontato negli ultimi anni per i rossoneri. Dopo la firma sfumata in Arabia, Pioli è in attesa di un nuovo progetto, magari proprio in Serie A.