Il Calcio Totale dell'Olanda di Cruyff
Anche se rudimentalmente già presente in alcune squadre della prima metà del ‘900, come l’Austria, l’Honved o l’Ajax, il vero padre del Calcio Totale è considerato universalmente Rinus Michels, allenatore dell’Ajax dal 1965, che lo applicò successivamente anche alla nazionale olandese e al Barcellona, tutte squadre nelle quali con lui militò il calciatore simbolo del Calcio Totale e uno dei più forti di sempre: Johan Cruyff. Questa filosofia di gioco audace e innovativa prevedeva che ogni giocatore potesse partecipare (e soprattutto sapesse farlo) a ogni fase di gioco: così gli attaccanti si spendevano nella riconquista della palla attraverso il pressing, i difensori salivano in attacco con sovrapposizioni che rendevano spesso il terzino una vera e propria ala sempre pronta a crossare, i centrocampisti scivolavano in copertura degli spazi lasciati scoperti dai compagni.
Tale applicazione a livello internazionale portò prima gli olandesi del Feyenoord nel 1970, e poi per tre anni quelli dell’Ajax, che ne erano i principali interpreti, a dominare la Coppa dei Campioni e ad affermare anche la nazionale olandese come una delle migliori del mondo. Un atteggiamento dinamico rispetto alla posizione della palla, per nulla attendista e decisamente offensivo, che ha ridefinito gli standard tattici del calcio dimostrando come fosse possibile vincere giocando un calcio attraente e spettacolare che coinvolgesse nella manovra tutti i giocatori in campo e non solo i più talentuosi attaccanti.
Il Calcio Totale e la nazionale: l’Olanda di Cruyff
L’applicazione del Calcio Totale ha avuto nell’Olanda di Cruyff il suo momento di massimo splendore. Abituata a un ruolo da comprimaria nelle grandi manifestazioni, nel 1974 l’Olanda raccoglieva i principali protagonisti dell’Ajax e del Feyenoord, campioni d’Europa negli ultimi quattro anni. I lancieri avevano appena subito una diaspora di calciatori verso i più grandi club europei, con lo stesso Cruyff che era approdato al Barcellona, per cui la nazionale rappresentava l’ultima squadra in grado di mostrare il Calcio Totale nella sua interpretazione originale, quella olandese: fu quanto successe in ben tre occasioni.
I mondiali del 1974 in Germania
Con le premesse fatte, era normale che l’Olanda ambisse ad un’affermazione ai mondiali nell’edizione in cui per la prima volta veniva assegnata l’attuale Coppa F.I.F.A. (la Coppa Rimet se l’era aggiudicata definitivamente il Brasile, vincitore di tre edizioni nel 1970).
Le partite che portarono l’Olanda in finale furono un vero trionfo: sconfisse Uruguay e Bulgaria e pareggio con la Svezia nel primo girone eliminatorio, nel secondo gli Orange annichilirono anche la Germania Est, il Brasile Campione del Mondo e l’Argentina, senza subire nemmeno una rete e approdando alla finale con i padroni di casa della Germania Ovest di Gerd Muller. Oltre a Cruyff si misero in mostra anche Ruud Krol, Rob Rensenbrink, Johnny Rep, attaccante che siglò 4 reti, e soprattutto Johan Neeskens, che pur essendo un centrocampista di quella squadra fu capocannoniere con 5 reti, a dimostrazione dell’efficacia dei principi del Calcio Totale.
Nella finale il Calcio Totale fu subito protagonista: l’Olanda batté il calcio d’inizio e per un minuto e diciotto secondi manovrò la palla nella metà campo avversaria senza mai farla toccare agli avversari, finché questi non causarono un calcio di rigore, con cui Cruyff portò in vantaggio la sua squadra. Nel secondo tempo la Germania composta di grandissimi campioni quali Muller e Beckenbauer reagì e ribaltò il risultato, ma quell’Olanda, seppur sconfitta, restò nell’immaginario collettivo come una delle più belle nazionali di sempre.
Gli Europei del 1976 in Jugoslavia
Giunta con grandi aspettative, l’Olanda del Calcio Totale si dimostrò ancora protagonista, classificandosi terza ai Campionati d’Europa del 1976. Dopo aver dominato il suo girone di qualificazione, nei quarti di finale l’Olanda di Cruyff umiliò per 7 a 1 il Belgio, ma in semifinale dovette cedere alla Cecoslovacchia che segnò due gol negli ultimi sei minuti dei tempi supplementari vincendo 3 a 1. Tale sconfitta fu imputata alle liti di spogliatoio che videro protagonisti soprattutto Cruyff e Willem Van Hanegem e fu solo parzialmente lenita dalla vittoria nella finale per il terzo e quarto posto ottenuta ai danni dei padroni di casa della Jugoslavia, 3 a 2, ancora dopo i tempi supplementari.
I Mondiali del 1978 in Argentina
L’ultima possibilità per quella generazione di calciatori di far trionfare il Calcio Totale olandese furono i Campionati del mondo di Argentina ’78. In panchina non c’era più Rinus Michels, al suo posto al CT austriaco Ernst Happel che non ne snaturò i principi di gioco. Ma soprattutto non c’era più Cruyff, che decise di lasciare la nazionale, forse per timori sulla propria incolumità dal momento che il mondiale argentino era organizzato da un regime militare; assente anche Van Hanegem, che aveva avuto ulteriori contrasti nello spogliatoio olandese.
Anche senza la sua stella, l’atteggiamento tattico degli olandesi pagò, e sebbene con maggiore fatica rispetto a quattro anni prima, dopo un Girone con Perù, Iran e Scozia in cui si classificò solo seconda (fatale la sconfitta con gli scozzesi), l’Olanda vinse il girone successivo, battendo Austria e Italia, e pareggiando 2-2 con la Germania Ovest, di fatto eliminando i campioni del mondo uscenti. Fu il canto del cigno del Calcio Totale olandese: in finale gli Orange incontrarono ancora una volta i padroni di casa, l’Argentina, e dovettero piegarsi per 3 a 1 ai tempi supplementari, non senza qualche recriminazione sull’arbitraggio e sull’ambiente considerato troppo “influenzato” dagli organizzatori.
Il Calcio Totale oggi
L'eredità del Calcio Totale e della nazionale olandese di Cruyff è stata enorme ed è viva ancora oggi. I suoi principi di gioco hanno influenzato allenatori e squadre di calcio in tutto il mondo. Negli anni successivi squadre come la Lazio di Tommaso Maestrelli campione d’Italia nel 1974; il Goteborg di Sven Goran Eriksson che trionfò in Coppa UEFA nel 1983 vincendo anche campionato e coppa di Svezia; la Roma di Nils Liedholm campione d’Italia nel 1983. Queste furono tutte interpreti del Calcio Totale, filosofia che fu alla base anche del sistema di gioco del Milan di Arrigo Sacchi vincitore di due Coppe dei campioni tra gli anni ’80 e ‘90.