Italia e Giappone si assomigliano sotto molto aspetti: la superficie dei due paesi è simile, così come l’aspettativa di vita e l’amore per la cucina. Nel calcio, invece, sono ancora molto lontani, nonostante il Sol Levante abbia fatto grandi passi in avanti negli ultimi due anni. Queste due culture, però, si sono spesso incontrate in Serie A. Oramai, infatti, non è raro vedere dei calciatori giapponesi in Italia. Negli ultimi 30 anni ce ne sono stati ben tredici, ma presto potrebbe arrivare anche il quattordicesimo. Diamo un’occhiata allora a tutti quelli che hanno giocato in Serie A fin qui. 

 

 

Calciatori giapponesi che hanno giocato in Italia: l’elenco

 

 

  • Kazuyoshi Miura (Genoa)
  • Hidetoshi Nakata (Perugia, Roma, Parma, Bologna e Fiorentina)
  • Hiroshi Nanami (Venezia)
  • Shunsuke Nakamura (Perugia)
  • Atsushi Yanagisawa (Sampdoria, Messina)
  • Masashi Oguro (Torino)
  • Mitsuo Ogasawara (Messina)
  • Takayuki Morimoto (Catania, Novara)
  • Yuto Nagatomo (Inter)
  • Keisuke Honda (Milan)
  • Takehiro Tomiyasu (Bologna)
  • Maya Yoshida (Sampdoria) 
  • Daichi Kamada (Lazio)
  • Zion Suzuki (Parma)

 

 

Da Nakata a Tomiyasu: tutti i calciatori giapponesi in Italia

 

 

Quali sono stati i due calciatori giapponesi che hanno influito di più? Senza dubbi Hidetoshi Nakata e Yuto Nagatomo. Il nerazzurro è il giocatore nipponico con più presenze in assoluto in Serie A (186), vincitore di una Coppa Italia nel 2011. Ma il primo non è da meno, anzi. Con 182 partite disputate in Italia, Nakata ha dimostrato all'Europa che un calciatore giapponese può competere ad altissimi livelli. 

 

 

In Italia vince una Coppa Italia con il Parma nel 2002 ma, soprattutto, ottiene lo Scudetto insieme alla Roma nella stagione 2000/2001. È suo uno dei gol decisivi nella rincorsa al terzo titolo dei giallorossi allenati da Fabio Capello: subentra nella sfida-Scudetto contro la Juventus mentre la Roma è sotto di due gol, realizzando prima la rete del momentaneo 2-1 e poi contribuendo al gol del pareggio grazie a una conclusione della distanza poi ribattuta a rete da Montella. 

 

 

In patria Nakata è ancora oggi considerato una leggenda del calcio giapponese, anche perché è stato uno dei principali calciatori in grado di trascinare la nazionale dei Samurai Blu a partecipare al primo Mondiale nel 1998. Il suo addio al calcio, a soli 29 anni, ne è stata la dimostrazione. A Yokohama si riunirono 63mila spettatori per omaggiare la sua carriera durante una partita d’addio che ha visto affrontarsi una selezione di calciatori giapponesi e una squadra piena di giocatori internazionali allenata da José Mourinho. 

 

 

 

 

Ma in Italia hanno lasciato il segno anche altri giocatori e tra questi è impossibile non citare Morimoto, autore di 19 reti tra Catania e Novara (secondo top scorer giapponese in Italia dopo Nakata che ne ha segnate 24). Ci sono poi i più recenti Honda, Yoshida e Tomiyasu, tutti finiti nel giro della selezione nipponica. Oltre a loro, però, va anche citato Nakamura, autore di 11 gol con la maglia della Reggina: un’altra leggenda giapponese che ha lasciato il calcio solamente nel 2022 dopo una carriera lunga 25 anni. 

 

 

Ma se si deve parlare di carriera longeva, allora, come non parlare di King Kazu Miura: il calciatore più anziano in attività. In forza al Genoa nel 1994 (un solo gol in Serie A realizzato proprio durante un Derby della Lanterna) è stato il primo giapponese del nostro campionato. Oggi, a 56 anni, continua a giocare tra i professionisti. Hanno infine lasciato meno il segno, ma se li ricorderanno sicuramente i tifosi di Samp, Torino e Messina, Yanagisawa, Ogasawara e Oguro

 

 

Suzuki è l'ultimo giocatore giapponese in Italia

 

E il numero di giocatori giapponesi in Italia è aumentato proprio in questa stagione. Nella sessione di calciomercato estivo che anticipa l'annata 2024/25 è arrivato Zion Suzuki al Parma. L'ex Saint-Truiden, con un passato agli Urawa Reds, arriva in Serie A per giocare titoalare. Sarà il primo estremo difensore nipponico del nostro campionato