Il mondo dello sport e quello dei social si sono avvicinati sempre di più negli ultimi anni. Tramite tweet, storie o post abbiamo assistito ad alcune delle dichiarazioni più importanti fatte dagli sportivi negli ultimi anni. Ma queste piattaforme possono essere utilizzate anche per raccontarsi nella quotidianità, per lasciare un messaggio alle giovani generazioni che stanno crescendo. 

 

 

È il caso del motto “Get in the game” di Linton Johnson, cestista vincitore di un anello NBA che condivide un pezzo del suo cuore con l’Italia. L’atleta, nato a Chicago, posta ogni giorno sui social consigli per i ragazzi che lo seguono e aneddoti sulla sua carriera. Andiamo allora alla scoperta del suo passato e del suo successo ottenuto sul web che, a detta sua, lo ha reso più famoso di quando giocava insieme a Scottie Pippen, Tim Duncan e Ginobili. 

 

 

Linton Johnson in NBA: l’anello vinto e la sua carriera

 

 

Linton Johnson inizia la sua carriera da cestista professionista nella CBA (Continental Basketball Association, la più antica lega professionistica di basket al mondo) assieme ai Rockford Lightning. Dopo appena un anno e 332 punti, arriva la chiamata in NBA con i Chicago Bulls: la leggendaria squadra di Michael Jordan in grado di vincere sei titoli NBA tra il 1991 e il 1998. Lì, come ha ammesso lo stesso Johnson al podcast BSMT, è stato preso sotto l’ala protettrice di Scottie Pippen, che lo ha trasformato nel suo rookie: “Se Scottie Pippen fosse arrivato in ritardo per l’autobus sarebbe stata colpa mia […] Dovevo svegliarlo, prendergli il giornale, portargli il suo piatto sull’aereo. Questo era il mio primo anno”. 

 

 

È però con la successiva squadra che arriva il primo trofeo della sua carriera, il più importante: l’anello NBA. Linton Johnson riesce a vincere il campionato della lega di basket più famosa al mondo insieme a San Antonio Spurs, ma in un anno per lui molto sfortunato. Nel 2005, infatti, si fratturò una mano e non giocò praticamente mai, ma la squadra guidata da Gregg Popovic arrivò fino alla vittoria del titolo. Fu proprio l’ex allenatore della nazionale statunitense a dirgli poi che di spazio per lui non ce n’era più. Non credeva al suo recupero completo dall’infortunio. 

 

 

Dall’anno successivo in poi Linton finisce a giocare in diverse franchigie: New Jersey Jest (oggi Brooklyn Nets), New Orleans Hornets (oggi Pelicans), Phoenix Suns, Toronto Raptors, Charlotte Bobcats (oggi Hornets) e di nuovo ai Chicago Bulls, con una piccola parentesi spagnola insieme a Saski Baskonia con il quale vince una Supercoppa Spagnola. È però nel 2010 che inizia la sua avventura italiana, che ancora oggi prosegue tra il campo e i social: da Avellino arriva un’offerta che lui inizialmente non vuole accettare, ma poi si lascia convincere dalla bellezza del paese e da lì il suo legame con la penisola non si ferma più. Con una laurea in marketing gioca tra Scandone Avellino, Dinamo Sassari, Pallacanestro Varese, Pistoia Basket, Juvecaserta e Scafati Basket. Queste sono alcune delle principali squadre in cui Johnson ha giocato in Italia. Ma di lì a poco sarebbe nato un’altra versione di Linton, quella del “Get in the game”

 

 

I social e Linton Johnson: “Get in the game”

 

 

Lo ha dichiarato lui stesso: oggi con i suoi post sui social è più famoso di quando giocava in NBA. Linton Johnson e il suo motto “Get in the game” vanno fortissimi su Instagram e Facebook, dove il cestista pubblica video dei suoi esercizi mattutini, della sua alimentazione e dei suoi allenamenti. Video anche ironici, ma che hanno sempre alla base un intento motivazionale. Con il suo spirito sempre allegro e le sue frasi ispira tanti ragazzi, anche quelli che fanno uno sport differente dal basket. 

 

 

 

 

Con la frase “Get in the game”, Linton Johnson ha un obiettivo: aiutare le giovani generazioni a crescere in salute, facendo sport e divertendosi. Lui è l’esempio di come ci si possa svagare ancora anche se si è superati i 40 anni. Perché di smettere con la pallacanestro non ne ha minimamente intenzione: Caiazzo, in Campania, è la sua ultima tappa, dove attualmente sta giocando. Ma anche fuori dal parquet Linton non smette di tirare a canestro e di vivere il basket. L’Italia è come se lo avesse fatto innamorare nuovamente della palla a spicchi. 

 

 

Un paese, l’Italia, in cui inizialmente non voleva venire, ma poi il pensiero di una persona che lo ha ispirato in carriera lo ha spinto a cambiare idea. Nel podcast Step Out, Linton Johnson ha infatti dichiarato che uno dei motivi che lo hanno spinto a venire a giocare nella penisola è stata la lingua italiana: voleva impararla perché voleva utilizzarla per fare degli scherzi a Kobe Bryant. Kobe, nato e cresciuto in Italia, è tragicamente scomparso a inizio 2020. Il suo ricordo, però, è sempre vivo nella memoria dell’italo-americano nato a Chicago, che recentemente ha anche partecipato al docufilm: “Kobe: una storia italiana”.