L’Inter di Simone Inzaghi domina la Serie A e vince il ventesimo Scudetto nel migliore dei modi: al Derby di Milano, contro i rivali rossoneri. Un successo che ha portato in nerazzurro la seconda stella, arrivata dopo un’annata in cui nessuno ha mai potuto dubitare della loro forza. Diamo, dunque, un’occhiata al pagellone Sisal dedicato ai campioni d’Italia: qui tutti i voti dei principali volti dell’Inter nella stagione 2023/24.  

 

 

L’Inter vince lo Scudetto 2023/24: le pagelle della seconda stella  

 

 

Ecco il pagellone dell’Inter del ventesimo Scudetto. Di seguito tutti i voti partendo dal portiere, fino poi ad arrivare ai difensori, i centrocampisti, gli attaccanti e, infine, l’artefice di tutto questo successo: l’allenatore, Simone Inzaghi.  

 

 

Yan Sommer: dopo l’addio di Onana sembrava non ci potessero essere più portieri in grado di sostituirlo. Lo svizzero, invece, non ha fatto rimpiangere il camerunense (soprattutto visto quello che ha combinato a Manchester) e con la sua esplosività ha difeso i pali dei nerazzurri in maniera impeccabile. Voto: 8. 

 

 

Benjamin Pavard: forte, grintoso, ma esteticamente sempre impeccabile. Il francese è arrivato con un curriculum da grande campione ed è stato in grado di non far rimpiangere mai Milan Skriniar. L’assist nell’ultimo derby la ciliegina sulla sua torta, una flan parisien. Voto: 8

 

 

Francesco Acerbi: a inizio stagione non veniva dato tra i titolarissimi. Da quando scende in campo, però, si prende il centro della linea difensiva e non viene più sostituito. Segna anche gol pesanti a tre big del campionato, tra cui l’ultimo proprio nel derby dello Scudetto. Voto: 7.5

 

 

Alessandro Bastoni: difensivamente offre spesso giocate di qualità, ma è nella costruzione del gioco (e a volte anche nella finalizzazione) che si esalta. D’altronde, ce ne stiamo accorgendo sempre di più: nel calcio moderno, anche i difensori centrali sono essenziali per attaccare. E in Bastoni abbiamo la miglior dimostrazione del nostro campionato. Voto: 8.5

 

 

Stefan de Vrij: gioca poco, ma quando scende in campo non sbaglia mai. Segna un gol al Lecce e si porta a casa sempre voti positivi. Doveva essere l’annata del tramonto e invece si è rivelato essere una validissima alternativa: Voto: 7

 

 

Yann Bisseck: poche presenze, ma subito decisive. Le sue grandi capacità fisiche risultano importanti nella fase difensiva, ma verrà ricordato specialmente per il pesantissimo gol realizzato a Bologna. Voto: 7

 

 

Matteo Darmian: si prende la titolarità sulla fascia destra e non la lascia più. Fa tutto: attacca e difende, sempre con grande spirito di sacrificio. Voto: 8. 

 

 

Denzel Dumfries: incide meno dello scorso anno e infatti Darmian gli soffia il posto da titolare. Ma ogni volta che è in campo sa essere un pericolo con quella velocità. Voto: 6.5

 

 

Federico Dimarco: è uno dei simboli di questo Scudetto. È riuscito a fare sua la fascia sinistra, diventando un pericolo soprattutto in zona offensiva. Fino al Derby di Milano ha realizzato 5 gol e 6 assist, numeri fondamentali per la seconda stella. Voto: 9

 

 

Juan Cuadrado: il suo campionato finisce a dicembre e, generalmente, offre poco a una squadra che in fase di mercato ipotizzava di fare affidamento su di lui. Voto: SV

 

 

Carlos Augusto: la forza dell’Inter sta nelle seconde linee e il brasiliano è la perfetta rappresentazione di questo concetto. Supera le 30 presenze quasi sempre essendo un subentrato e non delude mai. Voto: 7.5

 

 

Hakan Calhanoglu: uno dei pilasti di questa Inter. Rigori trasformati, assist, conclusioni potenti e una visione di gioco di grande livello. Il turco è stato protagonista sacrificandosi e diventando una figura in grado di spiccare in entrambe le fasi di gioco. Voto: 9.5

 

 

Henrikh Mkhitaryan: dopo l’avventura con la Roma sembrava costretto a un ruolo da coprotagonista, e invece da mezz’ala ha contribuito in modo dinamico a questo Scudetto. Si è visto meno sotto porta, ma il suo contributo è stato essenziale. Voto: 8

 

 

Nicolò Barella: fondamentale in entrambe le fasi di gioco, con dei polmoni d’acciaio che gli permettono di correre dal primo al novantesimo minuto. Un altro dei simboli di questo Scudetto e, più in generale, dell’Inter degli ultimi anni. Voto: 9

 

 

Davide Frattesi: ci aspettavamo un minutaggio maggiore da parte sua? Sì, senz’altro. Ma quando è entrato ha dato tutto ogni singola volta. Giocherà di più in futuro, lo sappiamo, ma intanto ha contribuito al raggiungimento della seconda stella. Voto: 7.5

 

 

Kristjan Asslani: difficile mettersi in mostra se davanti a te c’è quel Calhanoglu, ma nel suo piccolo ci è riuscito. Assist vincente contro la Fiorentina e gol pazzesco contro il Genoa. Voto: 6.5

 

 

Davy Klaassen: sapevamo non sarebbe stato il titolare, ma neanche che avrebbe giocato così poco. Voto: SV. 

 

 

Stefano Sensi: resta per vincere lo Scudetto, ma non vede mai il campo. Voto: SV

 

 

Tajon Buchanan: arriva a gennaio per sostituire Cuadrado, ma oramai Darmian si era già preso alla grande la fascia destra. Voto: SV

 

 

Lautaro Martinez: segna tanto, tantissimo e mette la sua firma sul ventesimo Scudetto della storia dell’Inter. El Toro è un giocatore che ha dato e sta dando tutto per questa maglia. Lotta, suda, fa gol ed esulta con grinta. È difficile da sapere, ma senza lui l’Inter non avrebbe forse raggiunto lo stesso traguardo. Insostituibile. Voto: 10

 

 

Marcus Thuram: all’argentino serviva un compagno che ricordasse Lukaku ai tempi di Antonio Conte e, neanche a farlo apposta, direttamente dalla Francia arriva lui. Papà Lilian era un grande difensore, ma il figlio Marcus li fa disperare quelli così. Fortissimo in campo aperto, bravo nel gioco aereo, essenziale in quello di squadra. Voto: 9.5

 

 

Marko Arnautovic: ci si aspettava qualcosa in più da lui, soprattutto dopo quello che ha messo in mostra a Bologna. Gli infortuni non lo hanno aiutato, ma il suo contributo si è comunque notato. Voto: 6.5

 

 

Alexis Sanchez: sa mettersi da parte e quando serve entra e offre tutto sé stesso per la causa. Maturo, tecnicamente ancora di alto livello e, nonostante alcune critiche, è stato una valida alternativa a Marcus Thuram. L’anno prossimo si vedrà cosa gli riserverà il futuro, ma intanto si cuce sul petto la seconda stella. Amico, i campioni sono così. Voto: 7

 

 

Simone Inzaghi: l’artefice più importante di questo successo che, come uno sciamano, ha comandato i suoi giocatori da inizio a fine stagione. Ha saputo motivare una squadra che aveva già vinto tanto, rendendo per gli altri un inferno affrontare la sua Inter. Non a caso, Simone Inzaghi viene oramai etichettato “il demone di Piacenza”. Voto: 10.