Nel regolamento del calcio non è soltanto il cartellino rosso a determinare la squalifica per un giocatore nella gara successiva. C’è un altro modo che determina l’assenza obbligatoria per un calciatore e si verifica quando, quest’ultimo, accumula un determinato numero di ammonizioni in una serie di partite. Da qui il termine “diffida", una sorta di ultimo avvertimento per il calciatore che, dovesse ricevere un altro cartellino giallo, subirà la squalifica nel turno successivo. Vediamo nel dettaglio come funziona.

 

Dopo quanti cartellini gialli scatta la diffida?

 

“I tesserati cui gli organi di giustizia sportiva infliggano più ammonizioni, ancorché conseguenti ad infrazioni di diversa natura, alla quinta ammonizione incorrono nella squalifica per una gara”, sentenzia l’articolo 19 comma 9 del Codice di Giustizia sportiva. Il regolamento, in vigore dal 2015, prevede che il calciatore entri in difesa per la prima volta al 4° cartellino giallo e ci rientri al 9°. Da quel momento in poi, la norma si fa più stringente considerando che il numero di sanzioni che portano alla diffida diminuisce progressivamente. Ecco cosa dice il regolamento:

 

Nei casi di recidiva, si procede secondo la seguente progressione:

a) successiva squalifica per una gara alla quinta ammonizione;

b) successiva squalifica per una gara alla quarta ammonizione;

c) successiva squalifica per una gara alla terza ammonizione;

d) successiva squalifica per una gara alla seconda ammonizione;

e) successiva squalifica per una gara ad ogni ulteriore ammonizione.

 

In alcune occasioni se un calciatore dovesse inanellare un abbondante numero di ammonizioni rischierebbe di trovarsi nella situazione in cui ogni cartellino giallo, dal 19° in poi, farebbe scattare la squalifica per il turno successivo.

 

Una diffida in Coppa Italia vale anche in campionato?

 

No, la Coppa Italia è considerata un torneo a parte rispetto alla Serie A per quanto riguarda il conteggio dei cartellini. Ogni tipo di sanzione, diffida o squalifica accumulata durante la coppa Nazionale non va a incidere sul campionato e dunque la si fa rivalere solo nella giornata successiva o, in caso di eliminazione nella prossima gara, che il calciatore disputerà nel torneo. Discorso diverso invece per quanto riguarda la Supercoppa italiana: un giocatore ammonito e già diffidato, o espulso, durante una di queste gare sconterà la squalifica nella partita successiva di campionato. Un aspetto che ogni è tema di diverse polemiche tra gli addetti ai lavori.

 

Diffida più espulsione, cosa succede?

 

Non è improbabile assistere, invece, ai casi in cui un calciatore ammonito e già diffidato in una partita, dunque sicuro squalificato per la gara successiva, subisca successivamente un doppio giallo che porta al cartellino rosso. La sanzione in questo caso non va a sommarsi a quella precedente: l’espulsione non aggiunge un’altra gara di squalifica solo perché il calciatore è stato ammonito e già diffidato. Assolutamente no. Il giocatore rimarrà comunque escluso dalla prossima partita in virtù del cartellino rosso rimediato, ma in più, al suo ritorno in campo, ritroverà la diffida che peserà fino al prossimo giallo.

 

Un allenatore può entrare in diffida?

 

La risposta è sì. Ma solo grazie a una norma recente. I tecnici fino alla stagione 2019-2020 erano esonerati dal discorso diffida. Una norma recente però ha inserito anche tutti i tesserati seduti in panchina, che possono così subire le decisioni degli arbitri e incorrere dunque in sanzioni e squalifiche secondo lo schema già valido per i calciatori.