
Allenatori Juve esonerati: quanti e quali sono
Esonerare un allenatore a stagione in corso non è una consuetudine in casa Juventus. I bianconeri, storicamente, hanno salutato la propria guida tecnica più a fine annata che nel corso di un campionato. Lontana dal prendere decisioni affrettate o dal farsi prendere dalla frenesia da ribaltone in panchina, la Vecchia Signora ha sempre provato a resistere fino alla fine con l'allenatore che ha iniziato una stagione. Andrea Agnelli, nei suoi 13 anni da numero uno del club, non ha mai salutato nessuno, ma nella storia della società sono stati 9 i cambi che hanno segnato altrettante stagioni. Dal primo che risale alla seconda metà degli anni Cinquanta a quello di Thiago Motta, vediamo insieme quali sono stati gli allenatori della Juve esonerati.
Allenatori Juventus: Allegri prima di Thiago Motta
Prima di Thiago Motta, era toccato ad Allegri. L'ultimo esonero (ora diventato penultimo), quello che aveva fatto seguito "a taluni comportamenti tenuti durante e dopo la finale di Coppa Italia che la società ha ritenuto non compatibili con i valori della Juventus e col comportamento che deve tenere chi la rappresenta". Si è chiuso in malo modo, quindi, un periodo di collaborazione che era iniziato nel 2014, ripartito nel 2021 e concluso dopo tre stagioni. La decisione arrivò il 17 maggio 2024, due giorni dopo la finale di Coppa Italia vinta contro l'Atalanta e due giornate prima della fine del campionato.
Tutti i tecnici recentemente esonerati dalla Juventus
Andando ancora indietro nel tempo, stessa sorte toccò a Ciro Ferrara al termine della Coppa Italia persa in finale contro l'Inter il 29 gennaio del 2010. Al suo posto, dalla 22esima alla 38esima giornata, ecco Alberto Zaccheroni. Quella Juve arrivò settima. Anche l'attuale allenatore della Roma, Claudio Ranieri "vanta" un esonero quand'era allenatore della Juventus. Eliminazione dalla Champions e poi dalla Coppa Italia. Dopo ancora sei pareggi e una confitta in campionato. Periodo complicato - due mesi senza vittorie come non capitava dal 1961 - finito con l'esonero, il primo dopo quello di Carniglia, 40 anni prima. In seguito, il tecnico aggiunse che alla base di quell'addio nel 2009 c'erano delle divergenze sul mercato incolmabili.
Non solo esoneri: chi ha dato le dimissioni in casa Juve
Non si trattò di esonero, perché Didier Deschamps rassegnò le proprie dimissioni a due giornate dalla stagione trascorsa in Serie B in seguito alle vicende legate a Calciopoli. Il francese lasciò una Juve ormai certa del ritorno in Serie A e a 180 minuti dalla fine di una stagione ormai decisa. Ancora prima è la volta di Lippi, il 7 febbraio del 1999, dopo il KO subito in casa contro il Parma di Malesani alla 20esima giornata di campionato. Quello che sarebbe diventato il CT dell'Italia fa un passo indietro: "La Juventus non merita di finire l'annata in questa maniera. Ho cercato di caricarla, di darle un po' di linfa, di darlo tutto quello che era possibile. Però in questo momento è una squadra troppo fragile mentalmente. Allora se il problema sono io, ho deciso di dare le dimissioni".
Puppo, Brocic e Amaral: i primi esonerati
Messi da parte questi casi "particolari", perché non si trattò di esonero, passiamo a Luis Carniglia. Una vittoria, due pareggi e tre sconfitte: è il 21 ottobre 1969 e la Juve aspetta solo sei giornate prima di esonerarlo. Ancora prima fu il turno di Amaral, primo allenatore nato in Brasile a guidare la Juve prima di Motta. Quindici mesi alla guida dei bianconeri, tra il 1962 e il 1963. La sua squadra è anche campione d'inverno, poi arrivano le critiche nei confronti di un allenatore che "sembra pensi solo a difendere". E l'epilogo è il classico. Sandro Puppo nell'aprile del 1957 e Ljubisa Brocic nel corso della stagione 1958/59 gli altri due casi di esonero in casa Juve. Nove in totale, dieci dopo quello di Thiago Motta.