Massimiliano Allegri è senza dubbio uno degli allenatori più iconici del calcio italiano: vincente, ha guidato per tanti anni la Juventus e prima ancora il Milan, vincendo Scudetti e Coppe, sfiorando in due occasioni la Champions League.

 

Allegri o si ama o si odia: lo sanno bene appassionati, detrattori, giochisti e amanti del calcio altrui. La filosofia del tecnico livornese è semplice: vuole vincere. Ovviamente dalle sue frasi si deduce molto dell’Allegri-pensiero, delle sue idee, della sua visione. 

 

Le 50 frasi di Allegri

 

Ecco di seguito le migliori 50 frasi di Max Allegri:

 

  1. “[In Italia] ci sono 50 milioni di tifosi, 12 sono della Juve, gli altri del Milan, dell'Inter, della Roma e via così. Tutti sono contro la Juve. Ora me ne rendo conto”.

  2. “A me è servito fare esperienza nel Grosseto, nella SPAL, a Sassuolo, a Cagliari. Si è trattato di passaggi che ho fatto, utili per poi guidare per quattro anni il Milan e ora la Juve. Non è da tutti, mi ritengo fortunato. In questo momento quando mi trovo di fronte a personaggi come Ferguson, Wenger, Ancelotti, Capello e Lippi che hanno esperienza internazionale migliore della mia e sono partiti dal grande calcio, capisco che se uno è bravo può trovarsi subito a lavorare dall'alto. Ma la gavetta aiuta perché, quando cominci da certe società che hanno difficoltà a sopravvivere, ti devi comunque barcamenare e questo è importante per la formazione professionale.“ 

  3. “[Sul calcio] Lo vogliono fare passare per scienza, invece non c'è un cavolo di niente di scientifico. È uno spettacolo, e lo spettacolo lo fanno gli artisti. Qui vogliono spoetizzare il calcio, soffocare la creatività: è questo l'errore più grande che stiamo facendo. Se togli la poesia, allora tanta vale giocarsela al computer.“

  4. Thiago Silva non ha pari nel mondo. Anzi, se il brasiliano sta in cima al grattacielo dei difensori, il piú vicino si trova al terzo piano.“

  5. “[Dopo le polemiche seguite a Milan-Juventus 1-1 del 25 febbraio 2012] Da ora in avanti prima di parlare chiederò il permesso a Marotta, in carta bollata. Anzi, in carta semplice, non esageriamo…“

  6. “Se l'autorevolezza di un allenatore deriva dall'urlare, io non ne ho. A me chi urla non trasmette niente, mentre ci sono persone che parlano piano e infondono sicurezza, anche timore. Ma il mondo della leadership è ancora tutto da scoprire, per noi allenatori. Una parola detta in un certo modo può cambiare le cose. Forse è in questo campo che si può sorprendere.“

  7. “[Su Zlatan Ibrahimovic] Ha il mal di pancia? Vorrà dire che gli daremo il Maalox.“ 

  8. „[Nell'intervista rilasciata alle "Iene" dopo la vittoria dello scudetto 2010-11 con il Milan, su Josè Mourinho] Ogni tanto è un pò patetico, ripete sempre le stesse cose; è molto bravo, ma dietro la sua arroganza nasconde delle insicurezze”.

  9. “Ho un ottimo rapporto coi tifosi, basato innanzitutto sul reciproco rispetto. Magari non risulto tanto simpatico, a parole, ma dentro di me battono lo stesso le grandi emozioni della vita, come per tutti”.

  10. “La Champions è il palcoscenico ideale per fare una grande partita.“ 

  11. “Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di rassegnare le dimissioni, soprattutto perché se per qualsiasi cosa la colpa è dell'allenatore allora resto per fare il capro espiatorio“.

  12. „[Nel 2012 sul numero di campionati vinti dalla Juventus] Per me sono… 31! Perché? C'è compreso quello del campionato di Serie B… L'ha vinto, no?“ 

  13. “La pagina dell'Heysel è una delle pagine più buie del calcio e purtroppo della Juve, che ha visto morire 39 suoi tifosi quella folle sera a Bruxelles. Purtroppo da allora qualcosa è stato fatto, qualcuno ha pagato, ma in Italia succedono ancora episodi di violenza inaudita per una partita e spesso ci scappa ancora il morto. L'Heysel deve insegnare tanto, che quelle vittime non sono morte inutilmente, ma per dare un esempio a tutti che una cosa del genere non deve accadere più”.

  14. [Sul gol fantasma di Muntari in Milan-Juventus 1-1 del 25 febbraio 2012] Si vede che la linea di porta era troppo grossa… Diciamo che è stato un episodio simpatico, e che la mia squadra ha fatto una grande partita. Diciamo pure che, a volte, a star zitti sarebbe meglio. Io comunque mi diverto, sono toscano e le battute mi piacciono. È evidente che quell'episodio ci ha penalizzato, e che la partita è stata falsata. Sarebbe stato il 2-0 per noi. Il gol annullato a Matri? Sarebbe stato, eventualmente, il 2-1. Comunque la Juve è imbattuta, e ha dimostrato di star facendo molto bene”.

  15. “Se penso che gli episodi arbitrali abbiamo condizionato il campionato? Io non parlo dei fuorigioco contro il Catania o altri, non parlo dei quattro episodi di Firenze e di tutto il resto: c'è solo un episodio che finora sta decidendo il campionato e questo episodio è il "gol non gol" di Muntari. A me spiace dirlo e gli altri possono pensare quello che vogliono ma la realtà è questa: per ora sta decidendo il campionato, poi magari la Juve finirà in testa di sei punti e non sarà più decisivo, ma per ora è così.“

  16. “Siamo due sanguigni, ma lui lo esprime in modo diverso. Non serve alzare la voce o arrabbiarsi ogni volta, ci sono maniera diverse per essere autorevoli…“

  17. „[Nell'intervallo di Milan-Fiorentina 2012, rivolto ai suoi giocatori] Se volevate dimostrare che siete contro di me, ci siete riusciti.“

  18. “Io, gli allenatori che si presentano a bordocampo con la tuta, li multerei: stai rappresentando la società, non puoi metterti la tuta!“ —  Massimiliano Allegri 

  19. “Dicono che in Italia manchino i giocatori, ma siamo la nazione che ha vinto quattro Mondiali: in Italia i giocatori ci sono sempre stati e ci saranno di nuovo. Bisogna tornare a lavorare di più sui singoli e meno sulla tattica e sugli schemi. Oggi ci sono molti giocatori che sono polli da allevamento e questo non è un bene per il calcio. Bisogna abituare i giovani a pensare, ad avere ambizioni, senza togliergli creatività e inventiva.“ 

  20. “[Sull'incontro Juventus-Roma del 5 ottobre 2014] La cosa che ha fatto più male al calcio italiano è che hanno parlato tanto degli episodi e poco della partita. Sotto l'aspetto tecnico è stata buona, intensa, bella da vedere. Su questo, silenzio. In Italia si evidenziano sempre le cose meno buone. Tutti dicono il calcio italiano fa schifo, ma nessuno fa niente perché migliori. Tutti dicono gli arbitri italiani sono i peggiori, poi li troviamo ad arbitrare la finale di Coppa del Mondo. Le squadre italiane all'estero prendono rigori dubbi e stanno zitte. Da noi non succede.“

  21. “Quando sono arrivato [alla Juventus] era normale ci fosse contestazione. Era andato via un grande allenatore ed era arrivato quello antagonista degli anni precedenti. Sto portando avanti il mio programma e spero di portare a casa qualche trofeo. Nel calcio come nella vita il tempo aggiusta tutto. Conta solo fare risultati. Può passare chiunque ma la colonna portante rimane la società.“

  22. “Eto'o è l'unico giocatore che porterei via all'Inter. È devastante: quando parte brucia la terra sotto i piedi e davanti al portiere non fallisce praticamente mai. Ma ha una qualità ancora più importante: il sacrificio. Ha capito che per vincere bisogna mettere da parte l'interesse personale. Caso strano, ha fatto il triplete al Barcellona e all'Inter.“ 

  23. “I discorsi li porta via il vento, le biciclette i livornesi”.

  24. “Nelle mie esperienze da giocatore e allenatore, non ho mai avuto o saputo di omosessuali in spogliatoio. Ma un conto è la vita professionale e un altro quella privata. C'è un muro da parte di tutti ma si sta procedendo verso un'apertura mentale migliore rispetto al passato. Suggerire il coming out? Dipende dal calciatore, la situazione è sempre difficile da gestire, soprattutto a livello personale. Come in tutte le cose all'inizio ci potrebbero essere delle problematiche, piccole, e poi diventerebbe la normalità.“ 

  25. “I grandi allenatori e i campioni cambiano, la società è quella che conta. Il tifoso non deve pensare ad Allegri, è la Juve che devono amare. E qui c'è una società con una struttura forte, che vince da anni e continuerà a farlo. Senza un club che ti protegge e ti aiuta a lavorare in serenità, i risultati non arriveranno mai. Non si vive dei limiti del passato.“

  26. “Ribadisco: le scelte parlano più delle parole. Ti rendono forte e credibile agli occhi del gruppo. Le faccio nell'interesse della squadra e per questo non voglio che siano discusse. Un giorno ho preso da parte un calciatore che si era lamentato al momento della sostituzione. "Vedi", gli ho spiegato, "tu non manchi di rispetto soltanto a me, ma al tuo compagno che deve entrare e in generale alla squadra. E la squadra sei anche tu."

  27. “Ho passato sette anni con lui, anche tre mesi a Udine come collaboratore tecnico. Mi ha insegnato molto e il mio modo di vedere il calcio adesso è merito suo. Galeone era molto fantasioso, aveva concetti innovativi.“ 

  28. “Arrivare in un posto [la Juventus] e stravolgere tutto togliendo certezze a giocatori che avevano vinto 3 scudetti sarebbe stato da persona poco intelligente. E ritenendomi una persona discretamente intelligente… Poi con il passare del tempo e delle situazioni sono passato alle mie idee, conservando comunque quello che era stato costruito.“

  29. “Quando si lavora ci deve essere rispetto dei ruoli, dopo si possono creare situazioni più coinvolgenti. Per me è importante, alla fine, conoscerci meglio, perché aiuta a risolvere i problemi che sorgono durante l'anno. L'amicizia non c'è mai, ma un rapporto aperto può essere un vantaggio. Ovviamente dipende sempre dal carattere dell'allenatore.“ 

  30. “Quando sento Sacchi che parla di tenere il pallone e avere atteggiamenti propositivi non capisco cosa voglia dire e mi arrabbio. Perché non dovrebbe essere propositivo giocare in verticale, perché dovrebbe esserlo fare venti passaggi di un metro? Ho visto venti volte le partite di Sacchi, ricordo quella a San Siro in cui il suo Milan segnò cinque gol al Real. Giocava dritto per dritto, come un fuso. Mentre il Real si scambiava con calma il pallone. Era un Milan verticale, esattamente di contropiede, che non è facile da farsi ma quando riesce è un grande spettacolo.“

  31. “A scuola andavo male: volevo fare il preside, non lo studente. Da giovane mi piaceva molto cazzeggiare, a Livorno siamo così. E mi piace ancora: non si può vivere solo di lavoro. Quando sento gente che dice che bisognerebbe lavorare 24 ore al giorno penso: poi ti si fonde il cervello, ti scoppia la testa e non hai ottenuto un bel niente.“

  32. “Facciamo giocare i bambini e non cerchiamo di trasformare il calcio in una scienza esatta, perché non è un gioco di schemi.“

  33. “L’unica cosa che so è che Pjanic ieri era in mano a Cristo e speriamo che il Signore ce l’abbia rimandato un po’ meglio”.

  34. “Ogni vittoria è bella, ed è straordinaria, perché vincere non è mai scontato.“ 

  35. “Il calcio è molto semplice: bisogna fare due cose, la fase offensiva e quella difensiva, e bisogna farle bene tutte e due. Quando non attacchi al massimo non è certamente una vergogna, anzi… fare una bella fase difensiva vale come lavorare al meglio sulla fase offensiva, perché l'obiettivo finale è il risultato e ci si può arrivare in qualsiasi modo. Lo spettacolo è al circo: noi dobbiamo vincere le partite e fare i tre punti.“ 

  36. “Mandzukic? Potrebbe fare bene qualsiasi ruolo, anche difensore centrale o mezzala. Non il portiere. Il portiere lo fa bene Sturaro”.

  37. “Sarri non si presenta in conferenza? Mi dispiace per i giornalisti che non lo troveranno. Io a scuola avevo tante assenze, ma in conferenza ho solo presenze…”.

  38. “In Italia la tattica, gli schemi, sono tutte puttanate. Il calcio è arte e gli artisti sono i grandi campioni”.

  39. “Mi viene da ridere col tormentone del primo o del secondo posto, certo che siete buffi veri voi eh? Prima si parlava di primo posto necessario, adesso invece si parla che è meglio arrivare secondi”

  40. “Ci sono giocatori che vincono le Champions, i campionati, che si salvano. Poi ci sono quelli che non vincono mai e ci sarà un motivo. Nel gabbione a Livorno ho perso solo un torneo. Ci sarà un motivo. Non c’è più mestiere, è tutta teoria… Quelli che vincono sono più bravi degli altri. Ora vorrei fare un esempio ma se lo faccio viene giù tutto”.

  41. “Posso piacere o non piacere, come il pesce ratto”

  42. “[Su Paulo Dybala] Basta guardarlo negli occhi per capire che ha la voglia e la determinazione di raggiungere l'obiettivo, si vede che ha fatto la gavetta. È sempre tremendamente concentrato, ha uno sguardo da killer, lui vuole arrivare al suo obiettivo.“

  43. “Se c’è qualcosa che dico ai ragazzi prima delle gare? Che bisogna vincere. L’unica cosa che conta quando scendiamo in campo è quella di vincere ogni partita”

  44. "La formazione anti-Inter? Giochiamo a due, senza terzini"

  45. “Finora credo che tutte le cose che sono state scritte, dalle mie dimissioni ai litigi col presidente direi che eravamo su ‘Scherzi a Parte’. Altrimenti o io e il presidente ci facciamo curare da dottori seri o qualcosa non torna…”. 7 marzo 2019, così Allegri sulle voci che circolavano riguardo le sue possibili dimissioni

  46. "Poi i magazzinieri hanno dato dieci maglie diverse, quindi non riuscivamo a passarci la palla…".

  47. “Io ho dei giocatori molto bravi ma gare non sono tutte uguali: daremo meno nell'occhio di altre squadre ma l'importante è arrivare in fondo agli obiettivi”

  48. “Giocare e allenare sono due lavori molto differenti. Quando si finisce di giocare a calcio, bisogna capire cosa si vuole fare e soprattutto cosa si è capaci di fare. Conta molto la testa, sia quando si gioca che quando si allena. Dire ‘un giocatore è bravo, ma non ha testa’ secondo me non ha senso”.

 

Le frasi di Allegri sui cavalli

 

  1. Ti intendi di ippica? Nei cavalli basta mettere il musetto davanti, non di 100 metri. Foto, corto muso, chi perde di corto muso è secondo, chi vince si così è primo. Non è che resta scritto “ho vinto di 30”, 84 punti, se il Napoli non le vince tutte bastano ed avanzano pure”

  2. “A 5 anni scommettevo già sui cavalli, perché a Livorno andavo con ‘mi’ nonna a cavalli. Purtroppo ora l’ippica è andata in disarmo, invece era tanto bello per i bambini. A Livorno poi c’è una grande passione. Ora hanno chiuso anche l’ippodromo e quindi non si può più andare. Se ci sono analogie coi calciatori? Molte, infatti Benatia l’ho mandato al prato. Perché i cavalli dopo un po’ che vincono, si mandano al prato a riposare”.