Il Kid di Las Vegas, Flipper o, semplicemente, Andre Kirk Agassi. Lo statunitense classe 1970 è considerato uno dei tennisti più forti di sempre. Una carriera che ha inizio nel 1986, quando a soli sedici anni, Agassi partecipa al suo primo torneo tra i professionisti a La Quinta, in California. Qui vince al primo turno match contro John Austin. Tra questa partita e l’ultima agli Us Open il 3 settembre 2006, Agassi vince 60 titoli Atp, di cui 8 tornei dello Slam: quattro Australian Open, un Roland Garros, un Wimbledon e due US Open.

 

Lo statunitense è stato numero 1 del mondo per 101 settimane ed è l’unico giocatore della storia ad aver vinto tutte le categorie esistenti per un tennista maschile in singolare: i quattro tornei dello Slam, la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1996, il torneo Atp World Championship (oggi chiamate Atp Finals), gli Atp Masters 100, gli Atp 500, gli Atp 250 e tre Coppe Davis.

 

Oltre a questo, Andre Agassi è anche autore della biografia più famosa del mondo, e non solo dello sport: Open. Un libro in cui il campione si mette a nudo e racconta del suo difficile rapporto con il gioco del tennis. Non è necessario essere appassionati di questo sport o essere fan di Agassi per apprezzare un’autobiografia che, solo in Italia, ha venduto 700mila copie.

 

Open di Agassi: la trama

 

Andre Agassi è solo un bambino quando inizia, grazie alle conoscenze del padre, a far pratica con campioni del livello di Ilie Nastase e Jimmy Connors. Poi, quando aveva 14 anni, lascia Las Vegas e si trasferisce in Florida, alla scuola di Nick Bollettieri, celebre allenatore di fuoriclasse come Boris Becker, Pete Sampras e le sorelle Williams. Agassi, però, è da quando aveva quattro anni che viene obbligato ad allenarsi dal padre, determinato a renderlo un campione a qualunque costo. Questo si traduce in un sentimento di odio profondo per il tennis, unito però a una consapevolezza sempre maggiore di possedere un talento eccezionale.

 

Agassi racconta di una vita sempre in bilico tra l’autodistruzione e la ricerca della perfezione. Un cocktail che fa di lui un personaggio destinato a sconvolgere il mondo serio e rigoroso del tennis: l’orecchino, i capelli ossigenati e un abbigliamento da punk. Agassi racconta tutta la sua vita con estrema sincerità: l’ossessione del padre, il complicato rapporto con i giornalisti, la rivalità con Pete Sampras, i due matrimoni (il primo con Brooke Shields e quello attuale con Stefi Graff), l’arrivo dei figli e il ritiro.

 

Open di Agassi: le citazioni più famose

 

Sono molte le citazioni e le frasi ricche di cruda emozione che compongono Open di Andre Agassi. La più famosa è sicuramente quella che racconta del rapporto fra lui e lo sport che suo padre gli costringeva a praticare: “Io odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare”.

 

Agassi racconta di quando il padre, da piccolissimo, lo obbligava ad allenarsi con “il drago”, la macchina che lancia palline da tennis, e di come non gli era permesso di rifiutarsi: “Se lui dice che giocherò a tennis, che diventerò il numero uno, quello è il mio destino, tutto ciò che posso fare e annuire e obbedire”.

 

Uno sport che per Agassi si trasforma in tortura quando è costretto a trasferirsi in Florida per allenarsi alla Bollettieri Academy: “Quale nuovo peccato posso commettere per dimostrare al mondo che sono infelice e voglio tornare a casa?”.

 

È proprio da quest’infanzia rubata che si sviluppa una personalità che tutti hanno sempre definito “ribelle”: “Dicono che cerco di cambiare il tennis. In realtà sto tentando di evitare che il tennis cambi me. Mi definiscono un ribelle, ma non ci tengo ad essere un ribelle, sto solo cercando di portare avanti una normale quotidiana ribellione adolescenziale. Distinzioni sottili, ma importanti. In sostanza, non faccio altro che essere me stesso e poiché non so chi sono, i miei tentativi di scoprirlo sono maldestri e fatti a casaccio”.

 

Un odio e un risentimento talmente grandi che non gli permettono di godere delle vittorie e dei titoli conquistati: “Vincere non cambia niente. Una vittoria non è così piacevole quant’è dolorosa una sconfitta. E ciò che provi dopo aver vinto non dura altrettanto a lungo. Nemmeno lontanamente”. Anche diventare numero uno al mondo sembra non avere senso: “Se essere il numero uno mi fa sentire vuoto, insoddisfatto, che senso ha? Tanto vale che mi ritiri”.

 

La svolta arriva quando capisce che ciò che lo rende davvero felice è aiutare gli altri. Si dedica così alla costruzione di una scuola di eccellenza in un quartiere a rischio di Las Vegas e finalmente giocare a tennis assume uno scopo: “E allora, a chi importa se odi il tennis? Tutta quella gente là fuori, tutti i milioni di persone che odiano ciò che fanno per vivere, lo fanno comunque. Forse il punto è proprio fare ciò che odi, farlo bene e con allegria. Odi il tennis, quindi. Odialo quanto ti pare, ma devi pur sempre rispettarlo e rispettare te stesso”.

 

Nell’autobiografia di Andre Agassi, il tennis e il senso della vita si uniscono: “La vita è un incontro di tennis tra estremi polarmente opposti. Vincere e perdere, amare e odiare, aperto e chiuso. È utile riconoscere presto questo fatto penoso. Quindi riconoscete gli estremi contrapposti in voi e, se non riuscite ad accettarli o a riconciliarvi con essi, almeno ammetteteli e tirate avanti. L’unica cosa che non potete fare è ignorarli”.

 

Open di Agassi: chi lo ha scritto

 

Andre Agassi ha spiegato che proprio durante gli Us Open del 2006, alle soglie del ritiro, aveva letto The Tender Bar, l’opera autobiografica del giornalista J.P. Moehringer. Il Kid di Las Vegas si innamorò di questa lettura e da lì nacque l’idea di una collaborazione, sfociata successivamente nella stesura di Open.

 

J.P. Moehringer, pseudonimo di John Joseph Moehringer, è un giornalista e scrittore americano nato nel 1964 a New York. La sua carriera inizia come fattorino per il The New York Times e nel 1994 diventa corrispondente per il Los Angeles Times. Nel 2000 vince il premio Pulitzer per il giornalismo grazie al suo ritratto di Gee’s Bend, un’isolata comunità fluviale in Alabama dove vivono molti discendenti di schiavi.

 

La sua carriera da scrittore ha invece inizio nel 2005, quando pubblica proprio il romanzo The Tender Bar, definito da diverse testate giornalistiche come il miglior libro dell’anno.  Oltre ad aver contribuito alla stesura di Open di Andre Agassi, Moehringer è anche co-autore di Spare, l’autobiografia di Henry, duca di Sussex.