Un serbo e uno spagnolo, una racchetta in comune, un posto nella storia anche. La rivalità Djokovic-Nadal si inserisce tra le più spettacolari di sempre, sicuramente la più longeva della storia del tennis. Basti pensare che la prima volta i due si affrontarono nel lontano 2006, al Roland Garros. Da allora si sono incontrati quasi ogni anno per 17 stagioni consecutive: numero 1 e numero 2, tra sorpassi e controsorpassi in una classifica che li ha visti dominare tra slam vinti e testa a testa emozionanti su qualunque superficie. 



Djokovic-Nadal, una rivalità diventata un superclassico



Djokovic contro Nadal, più di Sampras e Agassi, McEnroe e Borg: non conta quante volte è successo, ma quella capacità di lasciarci in dote sempre emozioni nuove. Non c’è nulla di banale, non lo è neanche l’inizio di questo dualismo tra Rafa e Nole visto che nel primissimo confronto del 2006 il serbo è costretto al ritiro, nei quarti di finale di quel Roland Garros.

 

I primi segnali che qualcosa di epico stesse nascendo si intuiscono però nel 2009, a Madrid, perché dall’inizio del suo dominio sul rosso, nessuno era mai andato così vicino come Djokovic a battere Nadal alla Caja Magica. Nessuno aveva mai dovuto giocare così tanto, quattro ore e tre minuti (in quella che rimane la partita più lunga nella storia dei Masters 1000), per vincere un match al meglio dei tre set. Lo stesso anno, i due si incontrano in finale anche a Roma (dove Nole aveva vinto l’anno prima) e questa volta Nadal vince in due set (7-6,6-2). È solo l’inizio di una rivalità che nel mondo del tennis internazionale diventerà un bellissimo superclassico.



Djokovic-Nadal, le sfide indimenticabili nei Major



Da Madrid agli Stati Uniti, il dualismo decolla nel giro di pochissimo tempo e un altro appuntamento storico è quello relativo agli US Open 2010, ancora uno contro l’altro: la prima finale in un Major tra i due, un match indimenticabile per molti aspetti che vede trionfare Nadal nel terzo Slam di quella stagione, diventando il più giovane giocatore dell'Era Open a completare il Career Grand Slam e allo stesso tempo il Career Golden Slam, avendo vinto in carriera i quattro major e l'oro olimpico (l'unico insieme ad Andre Agassi nel tennis maschile). 

 



 

 

Una vittoria condotta con esperienza quella dello spagnolo, gestendo e sbagliando meno del rivale serbo ancora fisicamente provato da uno storico successo qualche giorno prima su Re Roger. E proprio dopo quel match che Djokovic ammetterà: “Federer ha fatto la storia di questo sport, ma Nadal ha tutto per diventare il più grande di sempre”. Però la strada ormai è tracciata e porta verso la più lunga finale nella storia dei tornei Slam (5h 58m): 2012, finale Australian Open, in quello che è uno dei match che concorre per essere considerata la “partita più bella della storia”. Djokovic alza nettamente il livello e trionfa a Melbourne:  per il serbo, divenuto numero 1 del mondo, è la settima vittoria nelle ultime sette finali contro Nadal.



Djokovic contro Nadal, quel match durato due giorni



Nel 2018, a Wimbledon, il terzo set della semifinale tra Nadal e Djokovic ha rappresentato probabilmente l’apoteosi di una rivalità che in quegli anni si era un po’ affievolita, fino a quel match londinese appassionante ed estremamente lottato. Questa eterna lotta si è riversata per buona parte in quel parziale, dove non ci sono stati break, ma in quasi tutti i giochi il tennista in risposta ha sempre tenuto vivo lo scambio, rendendo emozionante l’atmosfera fino all’interruzione per la regola che vieta ai giocatori di proseguire un match oltre le 23 ora locale. Il giorno successivo si andrà avanti per cinque ore e un quarto complessive, con il serbo che la spunterà dopo un’altra semifinale a oltranza, dopo tie-break giocati punto su punto e set point annullati, in un teatro dei sogni di una guerra sportiva infinita tra i due giganti del tennis.