L'Italia della Coppa Davis 1976: storia, polemiche e documentario
19 dicembre 1976, Santiago, Cile. La nazionale italiana di tennis sconfigge in finale i padroni di casa e vince per la prima volta nella sua storia la Coppa Davis. Un successo memorabile per il team azzurro composto da Adriano Panatta, Paolo Bertolucci, Corrado Barazzutti e Antonio Zugarelli, capitanato da Nicola Pietrangeli. Il coronamento di un periodo florido del nostro movimento, per un’impresa destinata a entrare nella leggenda dello sport. Per eguagliare questo risultato, infatti, l’Italia dovrà attendere il 2023. E poi bisserà il successo nel 2024...
Tornando indietro al 1976, andiamo a ripercorrere quel cammino trionfale in Coppa Davis, fatto di sogni, soddisfazioni, successi, ma anche qualche polemica.
Le fasi eliminatorie del 1976
Il cammino dell’Italia nella Coppa Davis 1976 inizia con grandi aspettative. Gli azzurri potevano vantare di un gruppo di qualità e valore internazionale e le premesse sembrano essere incoraggiante. Nelle fasi eliminatorie della Zona Europa B, arrivano subito due successi agevoli, per 5-0, contro Polonia e Jugoslavia. Lo scoglio sembrava essere la Svezia di Bjorn Borg, ma il fuoriclasse dà forfait e l’Italia strappa il biglietto per le finali.
Si gioca a Wimbledon, contro la Gran Bretagna, ma grazie al sorprendente successo di Antonio Zugarelli, scelto a sorpresa ai danni di Corrado Barazzutti, e il doppio colpo di Adriano Panatta, arriva la vittoria.
Battere gli inglesi sul loro terreno è il segno di una annata che sembra girare nel verso giusto. Nel mese di settembre arriva l’appuntamento con la semifinale di interzona contro l’Australia. Corrado Barazzutti batte nel primo match John Newcombe, ma Adriano Panatta cade contro John Alexander. Il doppio Panatta – Bertolucci riporta avanti gli azzurri, ma gli aussie non mollano la presa grazie ad Alexander che vince in cinque set contro Barazzutti.
Per problemi di visibilità, il match decisivo, tra Panatta e Newcombe, viene rinviato al giorno seguente. Il primo set si risolve in favore dell’australiano per 7-5 e l’azzurro fatica anche nella seconda ripresa, ma vince per 8-6. Da quel momento le doti del tennista romano fanno la differenza e, con un 6-4, 6-2 chiude i conti. L’Italia accede alla finale di Coppa Davis.
Coppa Davis 1976: la finale contro il Cile
I pronostici della finale tendono tutti in favore della nazionale italiana. Il Cile, vincitore della Zona Americana, non disputa le semifinali di interzona perché l’URSS si rifiuta di giocarci contro, in segno di protesta contro il regime di Pinochet. Dibattito che, come vedremo in seguito, toccherà anche l’Italia. I sovietici, per questo motivo, furono squalificati per due anni dalla Coppa Davis.
Malgrado tutto, lo Stadio Nazionale di Santiago era gremito per il giorno della finale. Gli appassionati sognavano di fare il colpaccio, ma fin dall’inizio fu evidente la differenza tra le due compagini.
Corrado Barazzutti, schierato da Pietrangeli nel primo match, si sbarazza di Jaime Fillol con il punteggio di 7-5, 4-6, 7-5, 6-1, imitato poco dopo da Adriano Panatta che batte Patricio Cornejo con un 6-3, 6-1, 6-3. Il doppio Panatta-Bertolucci ha la possibilità di chiudere i conti e non sbagliano. Il match, ricordato anche per dei risvolti politici, terminò in quattro set. Le ultime due sfide videro la vittoria di Panatta in quattro set su Fillol e la sconfitta di Antonio Zugarelli per mano di Belus Prajoux.
Punteggio finale, 4-1. L’Italia vince la sua prima Coppa Davis.
Le polemiche interne al gruppo della Coppa Davis 1976
Sport e politica talvolta si intrecciano. Ciò avvenne anche nel 1976, in vista della finalissima di Coppa Davis. Subito dopo le semifinali, in Italia infiammò un dibattito sull’opportunità di recarsi in Cile dove, all’epoca, vi era la dittatura di Augusto Pinochet. Le forze politiche di sinistra si dichiararono contrarie alla partecipazione alla finale che, tra l’altro, si sarebbe disputata nello Stadio Nazionale che, negli anni precedenti, aveva ospitato campi di concentramento del regime. Il Governo, all’epoca guidato da Giulio Andreotti, non prese posizione in merito, lasciando autonomia di decisione alla Federtennis. I giorni precedenti furono accompagnati da proteste e manifestazioni in piazza, ma alla fine venne autorizzata la partecipazione.
Negli anni a seguire Adriano Panatta confessò di aver vissuto con disagio l’avvicinamento alla finale, pensando a quel che era successo in Cile con il golpe Pinochet. Il tennista romano, noto per le sue simpatie di sinistra, decise di giocare il doppio con la maglietta rossa, per solidarizzare con le vittime della repressione cilena. Anche il compagno Paolo Bertolucci fece lo stesso. I due indossarono la maglia azzurra solamente per il quinto e decisivo set. Una scelta, probabilmente, legata al fatto che proprio Panatta fu tra i più contestati per la scelta di andare a giocare in Cile.
Film e documentari
Il trionfo dell’Italia in Coppa Davis del 1976 è diventato, come detto in apertura, leggenda. Un risultato che, per vari motivi, rimase impresso nell’immaginario anche dei non appassionati di tennis. Su questa storia venne realizzato un documentario nel 2009 da Mimmo Calopresti, “La maglietta rossa”. Attraverso le testimonianze e i racconti di Paolo Villaggio, Paolo Bertolucci, Tonino Zugarelli e Adriano Panatta, si ripercorrono le giornate della finale e, in particolare, la scelta di giocare il doppio con la maglietta rossa.
Nel 2021 è invece uscita la docuserie “Una squadra” con le interviste dei protagonisti dell’impresa del 1976.