C’è Walter Sabatini piegato su un tavolo, una mano sulla faccia, lo sguardo assente che fissa la telecamera, incredulo. Nell'altra mano ha una sigaretta, di che funzionano scaldando il tabacco. Si copre il volto, sospira. Sembra dire: sono ancora io, sono ancora vivo. E ce l’ho fatta un’altra volta.

 

 

Questa è l’ultima immagine del documentario “W Sabatini: Salvezza 7%” prodotto da DAZN e incentrato sulla salvezza della Salernitana, architettata, orchestrata e diretta proprio da uno dei direttori sportivi più famosi d’Italia. E vale quindi la pena fare un piccolo viaggio nel mondo tutto fumo e tanto arrosto di Walter Sabatini.

 

Walter Sabatini: età e stipendio da direttore sportivo 

 

Walter Sabatini è nato a Marsciano (Umbria) nel 1955 e oggi ha 67 anni. Adesso è attualmente senza una squadra e non si hanno notizie certe sullo stipendio che percepiva alla Salernitana: ai tempi della Roma, nel 2015, guadagnava circa 1 milione di euro, mentre all’Inter (come coordinatore delle squadre di Suning) nel 2018 era arrivato a percepire 2 milioni di euro. 

 

La carriera di Walter Sabatini da calciatore

 

Da dove parte il Walter Sabatini dirigente? Dal campo di calcio: prima di mettersi in giacca e camicia, infatti, Sabatini indossava scarpini coi tacchetti e pantaloncini. Ha mosso i primi passi nel mondo del calcio professionistico esordendo a soli 17 anni in Serie B con la maglia del Perugia, nella stagione 1972-1973. Di ruolo centrocampista, piano piano acquista sempre più importanza nella squadra umbra e partecipa alla cavalcata fino alla Serie A. Da lì passa al Varese e poi prova il grande salto con la Roma, ma parte spesso dalla panchina e raccoglie appena 10 presenze. Torna quindi al Perugia, ma da lì in poi la sua carriera comincia ad andare in discesa: non riesce più a decollare, va al Palermo e non gioca mai, al Vicenza ritrova campo e continuità, poi cambia di nuovo e passa in C1 col Siracusa. Le ultime tre esperienze sono con Vicenza, Parma e infine Pro Patria.

 

Per un periodo intraprende anche la carriera di allenatore, tutt’altro che fortunata: 15 giornate sulla panchina del Gubbio nel 1995-1996, senza mai vincere neanche una partita (i 5 punti raccolti sono frutto di 5 pareggi). 

 

Walter Sabatini, la carriera da dirigente

 

Di tutt’altro calibro la carriera da dirigente di Sabatini: si fa le ossa nel settore giovanile della Lazio (1992-1994), supervisionando la crescita di giocatori come Nesta e Di Vaio. Alla Triestina ha i primi squilli da dirigente e uomo mercato: porta a casa l’allora sconosciuto e giovanissimo Zampagna. Nel 1998 è dirigente dell’Arezzo in C1 ed è affiancato in panchina da Serse Cosmi, con loro due al comando e con Bazzani in campo i toscani prima si salvano e poi sfiorano la promozione. Si ritrova con Cosmi anche al Perugia e alle dipendenze di Luciano Gaucci, nei primi anni 2000 però arrivano i guai: a causa di problemi col tesseramento di extracomunitari, Sabatini viene squalificato per 3 anni fino al 2005.

 

Nonostante questo riceve la chiamata di Lotito nel 2004, il nuovo presidente della Lazio lo riporta nella società biancoceleste dopo più di 12 anni, questa volta con un ruolo dirigenziale in prima squadra. Sabatini porta a Roma giocatori importanti come Kolarov, Lichtsteiner e Radu, che poi diventerà una delle bandiere biancocelesti. 

 

A Palermo (2008) cominciano i botti che renderanno davvero famoso Sabatini. Piccolo elenco di gioielli:

 

  • Abel Hernández
  • Kamil Glik
  • Simon Kjaer
  • Josip Ilicic
  • Edinson Cavani
  • Paulo Dybala
  • Javier Pastore

 

Acquisti che permetteranno nel corso degli anni al Palermo di imporsi come una delle realtà più belle, iconiche e coinvolgenti di quel periodo. 

 

 

Anche alla Roma (2011) i colpi non mancano di certo. Alcuni nomi importanti portati da Sabatini in giallorosso:

 

  • Mehdi Benatia

  • Erik Lamela

  • Miralem Pjanic

  • Marquinhos

  • Kostas Manolas

  • Radja Nainggolan

  • Edin Dzeko

  • Mohamed Salah

  • Alisson Becker

 

Giocatori che hanno fatto prima le fortune della Roma e poi pure quelle di altre squadre, che sono stati di fatto scoperti e lanciati da Walter Sabatini, uno che di acquisti se ne intende eccome. 

 

 

Le esperienze seguenti sono all’Inter come coordinatore dell’area tecnica di Suning, poi alla Samp come responsabile dell’area tecnica (esperienza finita male con Ferrero). Joey Saputo lo sceglie poi come coordinatore per Montreal Impact e Bologna, con la squadra di Mihajlovic porta a casa salvezza tranquille e continua a far valere tutte le sue competenze.

 

Lascia il Bologna nel settembre 2021 e attende una nuova chiamata, che non tarda ad arrivare: con soli 8 punti in classifica e una salvezza quasi impossibile da raggiungere, Iervolino lo chiama sulla scrivania della Salernitana affidandogli le chiavi sportive della squadra. Sabatini ringrazia mettendo in atto un mercato clamoroso, con colpi importanti e lavorando spalla a spalla con Nicola, maestro di salvezze. Alla fine, in modo rocambolesco, la squadra riesce a centrare l’impresa. E arriviamo così al documentario su DAZN. 

 

Il documentario di DAZN su Walter Sabatini e sul miracolo Salernitana

 

DAZN dopo la salvezza della Salernitana ha pubblicato un documentario di 25 minuti pieno di perle, aneddoti, momenti clou: Sabatini viene seguito dall’inizio della sua esperienza a Salerno, si vedono momenti esaltanti e altri sconfortanti; si vede e si sente la telefonata con la quale ha convinto Fazio, oppure il modo in cui è riuscito a rilanciare Simone Verdi, decisivo per la corsa salvezza. Insomma: un documentario che va visto, incentrato su un personaggio clamoroso. 

 

 

Che squadra tifa Walter Sabatini?

 

Walter Sabatini è stato chiaro: è un tifoso della Roma. Nel corso della sua carriera è stato anche un dirigente della Lazio, ma comunque non ha mai nascosto la sua passione per i colori giallorossi. Qualche tempo fa a Radio Radio ha dichiarato:

 

“Io tifo Roma e la Roma è stata la mia vita. Sono un direttore sportivo romanista, anche quando mangio la pasta, fumo una sigaretta. Sono un tifoso giallorosso, se giocasse la squadra di mio figlio contro la Roma tiferei per i giallorossi. Detto ciò, devo fare comunque una precisazione: alla Lazio sono stato benissimo”.

 

Sabatini ha ribadito la sua fede anche di recente, a La Repubblica, dopo il successo della Roma in Conference League: “Dove ho visto la finale? In tv, con una sciarpa giallorossa al collo. L’ho sempre detto che la Roma è la mia malattia”.