Dopo otto anni e sette trofei - a tre giorni esatti dalla festa scudetto - si è appena conclusa l'era Zhang e Suning: la proprietà dell'Inter è passata nelle mani del fondo USA Oaktree, che assume le redini e il controllo del club. Ma cosa sappiamo di questa realtà che fa arrivare a sette il numero di squadre "a stelle e strisce" nel calcio italiano?

 

Oaktree Capital Management: una storia lunga quasi trent'anni

 

Oaktree Capital Management nasce nel 1995 a Los Angeles per mano di Howard Stanley Marks, che diede vita al fondo quasi 30 anni fa insieme ad altri cinque soci. Quotato alla Borsa di New York, gestisce capitali per un valore complessivo di circa 190 miliardi di euro. Ha sedi in 23 città in tutto il mondo (New York, Londra, Parigi, Tokyo e Amsterdam), 1200 dipendenti, in Italia ha all'attivo investimenti per circa 7 miliardi di euro. Cinque anni fa, il fondo s'è reso protagonista di un maxi-investimento nel nostro Paese nel settore degli hotel di lusso in alcune delle più rinomate località turistiche, Taormina e Capri tra le altre. 

 

Tra i suoi clienti, in linea generale, ci sono 65 tra i 100 più grandi piani pensionistici degli USA, 39 dei 50 piani pensionistici statali, oltre 525 aziende in tutto il mondo, 275 fondazioni a livello globale e 15 fondi sovrani. Dal 2019, inoltre, Brookfield Corporation controlla il 62% delle azioni di Oaktree, con l'opzione per salire al 100% del capitale entro il 2029. 

 

Oaktree-Inter: non la prima avventura nel mondo del calcio

 

Per il fondo statunitense non è una novità investire nel mondo del calcio: nel 2020, insieme al produttore audiovisivo Capton, Oaktree ha acquisito il 100% delle azioni dei francesi del Caen, club che milita in Ligue 2. Kaplan, uno dei co-fondatori, è co-proprietario dello Swansea, oltre ad azionista di minoranza dei Memphis Grizzlies nella NBA, mentre un altro dei co-fondatori, Bruce Kash, è azionista di minoranza e membro del CdA dei Golden State Warriors. 

 

La fine di Suning, ecco Oaktree: cosa succede all'Inter?

 

"Siamo impegnati per il successo a lungo termine dei nerazzurri e riteniamo che le nostre ambizioni per il club di uniscano a quelle dei suoi appassionati tifosi in Italia e nel mondo", ha rimarcato Alejandro Cano, responsabile per gli investimenti nello sport europeo di Oaktree. Parole che fanno pensare a una gestione di medio-lungo periodo da parte del fondo USA. Attenta ai costi, senz'altro, ma anche a preservare la competitività sportiva dell'Inter e quindi il suo valore di mercato. Allo stesso tempo, non si può escludere che Oaktree proceda in tempi ragionevoli - ma ad oggi non quantificabili - a una successiva vendita del club che, secondo le ultime indiscrezioni, avrebbe una valutazione di circa 900 milioni di euro. 

 

Oaktree, la divisione che si occuperà dell'Inter

 

Intanto, del dossier Inter si occuperà una divisione di Oaktree, dove ricopre il ruolo di senior vice president è l'italiano Renato Meduri, tra le aree più flessibili del gruppo USA. La strategia - come già avvenuto per altre partecipazioni - sarà quella di dare autonomia ai manager, che nel caso dell'Inter sono stati tutti rinnovati contrattualmente di recente, a cominciare dai due amministratori delegati Giuseppe Marotta e Alessandro Antonello. 

Paradossalmente, infine, Oaktree - storicamente presente in Italia - si rende protagonista di quest'ingresso nel capitano dell'Inter proprio nel mondo in cui il fondo sta uscendo dai confini tricolori in diversi investimenti. Si tratta di Banca Progetto, per cui è in corso una trattativa di vendita con il fondo Centerbridge, e l'altra partecipazione nella società romana Cebat, dove anche qui è in via di svolgimento una procedura di vendita.