Gli italiani scelti al Draft NBA
19 anni, 208 centimetri e 113 chili, Paolo Banchero era dato tra i primi tre, secondo molti in direzione Houston Rockets, ma negli ultimi giorni erano aumentate le voci su un possibile passaggio al numero uno. Così è stato. La scelta degli Orlando Magic per il Draft NBA 2022 è ricaduta proprio sull’italo-americano, che dopo la stagione da matricola coi Duke Blue Devils, è stato incoronato prima scelta assoluta dei Magic.
La particolarità dell'ultima edizione del Draft però è che sono stati ben 3 gli italiani chiamati dalle squadre NBA, con Procida a Detroit e Spagnolo a Minnesota, dopo che in tutte le edizioni precedenti erano stati solo 9 i giocatori del nostro Paese selezionati. Procida e Spagnolo non resteranno in NBA, il loro futuro sarà in Europa, con l’obiettivo di crescere ulteriormente e rientrare presto nella miglior lega del mondo. Banchero invece punta alla Nazionale di Pozzecco, pronto intanto a godersi il primo anno in NBA: ottima la prima uscita in Summer League, con l’azzurro che ha trascinato Orlando contro Houston: 17 punti, 6 assist e 4 rimbalzi, limitando anche Smith Jr, stellina scelta dai Rockets al numero 3 dell'ultimo Draft.
Cos’è un Draft NBA e gli italiani selezionati nel 2022
Il Draft nel mondo NBA è uno dei momenti più entusiasmanti della pallacanestro mondiale: è l’occasione per i migliori talenti del basket, fino a quel momento al solo livello universitario, per tentare il salto nel mondo dei professionisti. Il procedimento di scelta è regolato da meccanismi complessi e da diverse regole, così da garantire alla NBA l’equilibrio tra le franchigie e a facilitare il lavoro di general manager e scout, oltre a tutelare gli stessi giocatori. Nella notte del Draft, ogni anno nel mese di giugno, 60 giocatori provenienti dal college o da campionati stranieri vengono selezionati a turno dalle franchigie NBA.
Quest’anno la notte del 23 giugno ha visto il nostro Paese assoluto protagonista: non era mai successo infatti che tre giocatori di passaporto italiano venissero scelti nello stesso Draft. La notte del Barclays Center ha annunciato l'ingresso in grande stile nella NBA di Paolo Banchero, come detto leader dei suoi Orlando Magic, ma anche quello di Gabriele Procida (selezionato con la 36) e di Matteo Spagnolo (50). A prescindere dal loro futuro, a sorridere maggiormente può essere la Nazionale, visto che tutti e tre rappresentano il futuro della pallacanestro azzurra.
Il Draft NBA e i precedenti coi cestisti italiani
È la seconda volta nella storia in cui un “italiano” viene scelto per primo al Draft, dopo Andrea Bargnani che nel 2006 fu addirittura il primo europeo. A differenza del “Mago” però, Banchero, 19 anni, è nato a Seattle, cresciuto negli States e il nostro Paese non l’ha nemmeno mai visitato. Naturalizzato italiano, grazie ai bisnonni liguri che emigrarono negli Stati Uniti all’inizio del secolo scorso per lavorare come contadini e minatori nelle miniere di carbone.
È il momento di Banchero dunque, 16 dopo Bargnani: che fu prima scelta assoluta dei Toronto Raptors e primo atleta non formato cestisticamente negli Stati Uniti. Una selezione, all’epoca, accolta come un risultato ancor più straordinario, che portò addirittura l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, a premiarlo con la "Lupa in bronzo" e a nominarlo ambasciatore di Roma nel mondo.
Proseguendo in ‘ordine di scelta’, troviamo nel 2008 Danilo Gallinari, sesto nei New York Knicks e dalle 728 presenze totali fin qui, bilancio da aggiornare visto che la carriera del ‘Gallo’ è ancora in corso. Un anno prima era toccato a Marco Belinelli, 18esima scelta dei Golden State Warriors. Completano la lista Augusto Binelli (1986-Atlanta Hawks), Ricky Morandotti (1987-Atalanta Hawks), Stefano Rusconi (1990-Cleveland Cavaliers), Alessandro Gentile (2014-Minnesota Timberwolves) e Nico Mannion (2020-Golden State Warriors).
Meneghin scelto al Draft del ’70: ma nessuno lo avvertì!
E poi c’è l’incredibile storia di Dino Meneghin: il più grande giocatore della storia del basket italiano viene scelto nel draft NBA del 1970 dagli Atlanta Hawks, con il numero 182. La particolarità è che però nessuno lo avverte: per chi non viveva in America in quegli anni era piuttosto difficile seguire il basket statunitense, inoltre il Draft non si svolgevano in estate, come avviene oggi, ma in Primavera, e anche l’evento in sé era diverso rispetto a quello odierno. Il giocatore non venne mai a sapere che sarebbe dovuto andare in America: né il team né i vertici NBA comunicarono mai al giocatore la decisione, con Meneghin ignaro di tutto che continuò a giocare per Varese.