Il tennis professionistico come metafora del desiderio e della conquista sentimentale. Il 24 aprile è uscito nelle sale cinematografiche il nuovo film di Luca Guadagnino: Challengers.  

 

I protagonisti della pellicola e del triangolo amoroso e sportivo alla base sono Zendaya (Tashi Duncan), la celebre attrice, cantante e ballerina statunitense, Mike Faist (Art Donaldson, il marito di Tashi) e Patrick Zweig (Josh O’Connor, l’ex marito di Tashi).

 

Già in questi primi giorni dopo l’uscita, il film ha suscitato recensioni entusiastiche, ma quello che spettatori e appassionati di tennis si stanno chiedendo è soprattutto: “C’è una storia vera dietro?”. Rispetto ad altri sport, il mondo del tennis è meno intriso di gossip e pettegolezzi, per questo la curiosità è molta.

 

Ecco dunque la risposta a questo dilemma, la trama e una curiosità speciale del film Challengers di Luca Guadagnino.

 

Challengers: la trama del film

 

Nel film, Tashi, è una promessa di prim'ordine del tennis, fino a quando un grave infortunio la costringe ai bordi del campo, dove diventa coach del marito Art. Tuttavia, quando Art infila una serie di sconfitte dopo essersi ripreso a sua volta da un infortunio, la donna, per fargli riprendere il controllo del gioco, gli programma incontri di livello inferiore. La coppia, tuttavia, si trova coinvolta in un intreccio a sfondo sessuale quando Art deve affrontare il suo ex migliore amico, nonché ex marito di Tashi, Patrick.

 

Challengers è tratto da una storia vera?

 

Iniziamo col dire che no, Challengers non è tratto da una storia vera. Una risposta che lascerà delusi i patiti di gossip. Tuttavia, l’idea alla base della pellicola prende spunto dal mondo del tennis e da alcuni suoi grandi protagonisti. Innanzitutto, lo sceneggiatore Justin Kuritzkes ha dichiarato di essersi reso conto di quanto fosse “cinegenico” il tennis vedendo Naomi Osaka sconfiggere la leggenda Serena Williams agli Us Open del 2018.

 

Il dettaglio più curioso è però un altro e risiede nella figura di Miroslava Vavrinec, conosciuta da tutti come Mirka, la moglie di Roger Federer. In un'intervista a GQ, Kuritzkes ha dichiarato di essere stato colpito dalle espressioni “stressate” di Mirka durante la partita di Wimbledon 2019 del marito contro Novak Djokovic: “La guardavo e pensavo: perché sei così stressata? Avete tutti i soldi del mondo. Avete vinto 20 grandi slam. Perché te la prendi tanto? Ci dev'essere qualcos'altro”. Indagando sulla storia personale della donna, Kuritzkes ha quindi scoperto che Mirka era stata una tennista professionista, fino a quando un grave infortunio alla caviglia l’ha costretta al ritiro nel 2002, appena due anni dopo aver conosciuto King Roger alle Olimpiadi di Sidney 2000: “È diventata sua manager e gli ha gestito la vita - ha detto Kuritzkes a GQ - Lui stesso le riconosce molti meriti per i successi ottenuti”.

 

Un collegamento e delle similitudini nei quali si ritrova anche Serena Williams, che in un’intervista a Vogue ha dichiarato: “Molti tennisti maschi fanno davvero affidamento sulle loro mogli e fidanzate. Basta guardare uno come Roger Federer: giocava spesso con sua moglie Mirka, erano inseparabili”. “Lo si vede di più nel tennis maschile, soprattutto con i giocatori che stanno facendo molto bene, ma anch'io ero così – continua Serena Williams - Se sei al top, nessuno ti parla. Sei talmente solo che finisci per dipendere dalla tua squadra e dalle sue opinioni. All'inizio dipendevo da Venus, peggio di Art con Tashi. Lei era il mio sostegno. Quindi è interessante che il film sia riuscito a catturare un po' di quell'esperienza”.

 

Challengers: Zendaya, Faist e O’Connor a lezione da coach Brad Gilbert

 

Riprodurre uno sport al cinema è da sempre un’impresa ardua. Hollywood è piena di attori e attrici talentuosissimi, in grado di interpretare con grande maestria qualsiasi ruolo. Ma per giocare a calcio, basket o tennis, saper recitare non serve, anzi, è controproducente: per essere il volto di un famoso sportivo devi saper praticare quel determinato sport.  

 

Per quanto riguarda il tennis, i più esperti si ricorderanno del terribile stile di Jonathan Rhys Meyers in Match Point di Woody Allen. Sicuramente se lo ricordava la produzione di Challengers, che ha quindi pensato di affidare le star del film, Zendaya, Mike Faist e Josh O’Connor a Brad Gilbert, celebre allenatore di tennis. “È stata una grande esperienza di apprendimento. Tutti e tre hanno buone capacità”, ha dichiarato a tal proposito Gilbert.

 

Nonostante non sia tra i nomi più blasonati, Brad Gilbert è stato un ottimo giocatore. In carriera ha vinto 20 titoli, la medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Seoul del 1998 ed è stato anche numero 4 della classifica mondiale Atp. Inizia la carriera da coach con Andre Agassi nel 1994 appena dopo essersi ritirato. Durante la loro collaborazione Agassi vince sei degli otto Slam in carriera e raggiunge la testa della classifica Atp, risultati per i quali Il kid di Las Vegas lo ha definito il migliore allenatore di tutti i tempi.

 

Nel 2003 inizia a seguire un altro americano, Andy Roddick, e in stagione riesce a vincere il suo unico titolo dello Slam e a raggiungere la prima posizione in classifica.

 

Due anni dopo inizia ad allenare la giovane promessa Andy Murray, che assieme a lui riesce a raggiungere l’ottavo posto Atp. Dopo alcune brevi esperienze tra il 2008 e il 2012 al fianco di Alex Bogdanovic, Kei Nishikori e Sam Querrey, Gilbert torna ad allenare a luglio 2023, nel box dell’americana Coco Gauff.