Adriano Panatta: le vittorie e i record raggiunti
Adriano Panatta è una delle icone del tennis italiano. Negli anni ‘70 ha portato il movimento azzurro ai vertici, trovandosi a competere alla pari con i migliori del panorama internazionale. Una carriera iniziata nel 1968 e conclusa il 29 agosto 1984, fatta di belle soddisfazioni e record ancora ineguagliati.
In quegli anni il tennis italiano viveva un’epoca florida. Panatta raccolse il testimone di Nicola Pietrangeli, ma assieme a lui, emersero anche Paolo Bertolucci e Corrado Barazzutti, andando a formare una nazionale di tutto rispetto, con la storica vittoria della Coppa Davis del 1976.
Tra vittorie e sconfitte, record e rimpianti, ripercorriamo l’epoca di Adriano Panatta.
Gli esordi di Adriano Panatta
Adriano Panatta conosce il tennis fin dalla tenera età. Nato a Roma, nel quartiere Trionfale, il 9 luglio 1950, inizia a giocare già a sei anni prima al Tennis Club Parioli e, successivamente, al circolo Tre Fontane dopo che i suoi genitori cambiarono zona di residenza. Il talento non mancava, con Panatta che riusciva ad avere la meglio su tutti i suoi pari età, sulla carta ben più quotati.
Nel 1968, ancora minorenne, prese parte ad alcuni tornei giovanili in giro per il mondo, facendo il proprio esordio in un torneo dello Slam l’anno seguente. Erano gli Australian Open 1969 e la sua partecipazione durò appena un turno, quando fu sconfitto dal più esperto Terry Addison.
Quando Panatta spodestò Pietrangeli
Nicola Pietrangeli, all’inizio degli anni Settanta, era il tennista più forte in Italia. Leader indiscusso del movimento, anche nel finale di carriera si manteneva ad altissimi livelli. Tuttavia, non stava passando inosservata la crescita esponenziale di Adriano Panatta. Il talento romano iniziò a togliersi le prime soddisfazioni e nel 1970 centrò gli ottavi di finale del Roland Garros, dopo aver battuto John Alexander, Barry Philips-Moore e Vladimir Zednik. Divenne così l’italiano più giovane della storia ad aver raggiunto gli ottavi di finale al torneo di Parigi. Un primato rimasto inattaccato a lungo. Il solo Jannik Sinner è riuscito a far meglio, ma siamo in epoca moderna.
Nel finale di quella stagione Panatta coronò il processo di crescita, battendo ai Campionati italiani assoluti Nicola Pietrangeli, ormai a fine carriera. Fu una partita lunghissima ed estenuante, con il romano che riuscì a recuperare da uno svantaggio di 1-2, con un quarto set infinito che si concluse con il punteggio di 10-8. Era il 27 settembre 1970 e in quel momento si registrò un cambio alla guida del tennis italiano.
1976: l’anno magico di Adriano Panatta
Il 1968, l’anno dell’esordio di Adriano Panatta, rappresentò anche un crocevia nella storia del tennis mondiale. La federazione, infatti, varò una riforma complessiva del movimento, dando inizio alla cosiddetta ‘Era Open’, con i principali tornei del circuito riservati esclusivamente ai professionisti. Nel 1971 Panatta vinse il primo torneo ATP, a Senigallia, proseguendo un processo di crescita costante e inesorabile. Nel 1973 entrò nella top 10 del Ranking ATP dopo aver raggiunto sei finali e le semifinali del Roland Garros, mentre nel 1975 riuscì ad accedere alle finali dei Masters, in seguito al forfait di alcuni suoi avversari.
Il tutto faceva da preludio all’anno magico, il 1976. Il 30 maggio divenne il primo atleta italiano a raggiungere le finali degli Internazionali d’Italia e riuscì a battere Guillermo Vilas, aggiudicandosi così il titolo. Per vedere un altro successo di un italiano in un torneo dei Master 1000, bisognerà attendere il 2019 con Fabio Fognini che piazzò il colpaccio a Montecarlo.
Poche settimane dopo, Panatta si presentò al Roland Garros come testa di serie numero 8. Partita dopo partita, raggiunse la finale. Dovette fronteggiare Harold Solomon, era il 13 giugno 1976, e riuscì a imporsi, conquistando così il Torneo di Parigi. Un risultato che gli permise di compiere un salto notevole nel Ranking ATP, fino a raggiungere il posto di n° 4 al mondo.
Il dulcis in fundo della stagione magica arrivò a dicembre: l’Italia aveva raggiunto le finali di Coppa Davis. La sfida era contro il Cile, ma le prestazioni di Adriano Panatta, coadiuvato da Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, spianarono la strada al successo azzurro. Fu l’unico della storia della nostra nazionale fino al 2023.
I record e le vittorie di Adriano Panatta
Nel 1976 Adriano Panatta ha segnato una serie di primati leggendari per il tennis italiano. Unico azzurro, a oggi, ad aver compiuto la doppietta Internazionali d’Italia – Roland Garros, ma anche l’unico della storia del tennis mondiale ad averlo fatto senza mai raggiungere la prima posizione del ranking ATP.
Tra i primati più significativi anche quello di aver vinto il Roland Garros dopo aver annullato un match point. Segno della grinta sfoggiata da sempre da Panatta in carriera, anche nelle fasi più difficili delle partite. Un’altra partita passata alla storia fu la finale degli Internazionali d’Italia, quando vinse dopo aver annullato 11 match point. Un record nell’era Open, condiviso con Simon Youl.
Adriano Panatta ha concluso la carriera nel 1984. Saldo attivo con 407 vittorie e 245 sconfitte totali in singolo, con dieci tornei conquistati su 26 finali disputate.
Panatta e il tennis italiano
Dopo Nicola Pietrangeli, Adriano Panatta è il miglior tennista italiano della storia. L’unico, in era open, ad aver vinto un torneo del Grande Slam, ma anche ad aver mantenuto un rendimento costante nel corso degli anni. Nei decenni successivi nessuno è mai stato in grado di avvicinare queste prestazioni. Le speranze, per quanto riguarda l’Italia, sono riposte nell’era moderna. Matteo Berrettini ha riportato l’azzurro in una finale dello Slam, a Wimbledon nel 2021, senza riuscire nel colpaccio, mentre Jannik Sinner ha eguagliato il quarto posto nel ranking ATP, riportando l’Italia a vincere la Coppa Davis. Segnali incoraggianti, per un futuro che potrebbe esser florido.