Storia di Nearco, il cavallo leggenda del galoppo

Lo sport è fatto anche e soprattutto di narrazione e di grandi protagonisti e l’ippica non si sottrae a questa regola, anzi: senza dubbio si tratta di una delle discipline in cui, nel corso degli anni, è stato creato ed esaltato il più grande numero di leggende. Una di queste è certamente Nearco, purosangue dalle origini italiane che è stato, secondo molti, uno dei cavalli da corsa più forti del secolo scorso. Ma quali sono le imprese che Nearco ha compiuto nel corso della sua carriera e perché la sua eredità è stata così importante anche per gli anni venuti dopo il suo ritiro?

Storia di Nearco, il cavallo amato dagli inglese

Il cavallo Nearco nacque nel 1935 presso l’allevamento Dormello-Olgiata, gestito da Federico Tesio – che in seguito alleverà anche il campione Ribot – e dal marchese Mario Incisa della Rocchetta. Una curiosità legata alla nascita di Nearco è il fatto che, originariamente, per la fattrice Nogara Tesio avrebbe voluto Fairway, che però gli fu negato; si scelse quindi di ripiegare sul fratello pieno Pharos, fisicamente molto diverso da Fairway ma a quanto pare ugualmente efficace dal punto di vista della trasmissione dei geni, visti i risultati. I successi di Nearco nel galoppo e ancor di più, forse, l’alto valore che ebbe come stallone da monta ne fece lievitare il prezzo nel corso degli anni, al punto che la società di allevatori inglesi che lo acquistò dopo il ritiro per ben due milioni di lire gli costruì anche un bunker, un box per riparare dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale un baio particolarmente prolifico in termini di prole. 

Nearco passò tutta la vita al termine della sua carriera di corridore nell’allevamento di Beech House Stud, a Newmarket, dove divenne il capostipite di un’ampia linea di discendenza che lo fece entrare nell’olimpo dell’ippica britannica. Morì di cancro nel 1957 e fu sepolto in una tomba la cui lapide ha l’effige di un libro, lo Stud-Book del Purosangue Inglese.

La carriera e le vittorie di Nearco

La carriera nel galoppo di Nearco è stata breve ma memorabile, considerando che il baio di origini italiane corse solo per i suoi due e tre anni, nel 1937 e nel 1938, ottenendo sette vittorie in ogni stagione per un totale di ben quattordici corse, e chiudendo da imbattuto l’esperienza negli ippodromi. Tra i successi più importanti di Nearco si ricordano il Criterium Nazionale, il Gran Criterium, il Premio Tevere e il Premio Chiusura vinti a due anni, oltre al Parioli, il Derby, il Gran Premio d’Italia, il Gran Premio di Milano e, come ciliegina sulla torta, il Gran Prix de Paris a Longchamp. Nel ’38 meritò di essere insignito del titolo di Cavallo italiano dell’anno e fu ritirato dalle corse, per essere destinato alla monta.

I figli di Nearco

La parte di carriera di Nearco più interessante forse non riguarda tanto quella in cui il baio calcò le piste, quanto i discendenti che donò all’ippica negli anni successivi alla sua uscita di scena. La lungimiranza di Tesio, che decise di venderlo all’allevamento Beech House Stud perché avesse accesso a un mercato più ampio come quello inglese, pagò in termini di risultati: Nearco si dimostrò uno straordinario riproduttore, arrivando anche per due volte – nel 1947 e nel 1949 – in cima alla lista degli stalloni i cui discendenti si erano aggiudicati il maggior numero di premi in Inghilterra e Irlanda. Nella linea di discendenza di Nearco si possono infatti annoverare campioni come Nearctic, Nijinsky II, Secretariat, Northern Dancer e molti altri, arrivando a stimare una cifra di circa mille miliardi di lire come valore messo sul mercato da parte del leggendario Nearco, uno dei cavalli più famosi della storia.

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Paolo Carta

Paolo collabora da anni con diversi magazine online e riviste cartacee del settore automotive. Appassionato di cinema, viaggi e di sport, non disdegna critiche e giudizi avversi alle serie tv. Nato nel 1978 nella provincia capitolina, è romano ma non romanista.

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