Seabiscuit: storia e pedigree di un cavallo unico

Un fenomeno nazionale americano, una storia di rivalsa e di speranza che ha ispirato anche romanzi e film: stiamo parlando di Seabiscuit, cavallo da corsa statunitense in attività negli anni ’30 del secolo scorso che gli amanti dell’ippica sicuramente ricorderanno. Ma qual è il pedigree di Seabiscuit e perché la sua storia è stata così importante per chi ne ha seguito le gesta? Vediamolo insieme. 

Il Pedigree di Seabiscuit

Seabiscuit è un purosangue inglese nato il 23 maggio del 1933 nella fattoria Claiborne, vicino Paris, nel Kentucky. La madre è Swing On e il padre è Hard Tack, a sua volta figlio di quello che è sempre stato largamente considerato come il più forte cavallo da corsa della storia, Man o’ War. Curiosamente, il pedigree di Seabiscuit ne ha influenzato anche la scelta del nome, considerando che il cosiddetto hardtack – detto anche sea biscuit, letteralmente “biscotto di mare” – è un modo per indicare un tipo di cracker tipicamente mangiato dai marinai dell’epoca e che la stessa madre di Hard Tack si chiamava Tea Biscuit.

La storia di Seabiscuit

Cresciuto e allenato nella fattoria Claiborne, fin dalla gioventù Seabiscuit mostra un’indole quasi pigra, oltre ad una stazza non proprio impressionante. Il suo allenatore originale, Sunny Jim Fitzsimmons, aveva visto del potenziale nel cavallo, ma aveva spesso preferito dedicare il proprio tempo al più vincente Omaha. Il debutto di Seabiscuit arriva in Florida all’età di due anni, una corsa in cui arriva quarto lasciando una buona impressione ma anche aprendo un ciclo negativo di ben diciassette gare senza neanche un primo posto. La sua prima stagione si conclude con cinque vittorie su trentacinque corse, e anche la seconda non comincia in modo scintillante. A Suffolk Downs però arriva la svolta, perché è lì che l’allenatore Tom Smith nota Seabiscuit; a quel punto l’imprenditore automobilistico Charles S. Howard acquista il baio per 8.000 dollari e lo assegna proprio a Smith, che con i suoi particolari metodi di allenamento riesce a tirarlo fuori dal suo strano letargo. 

Seabiscuit finisce l’anno con nove vittorie su 23 gare e si afferma nel 1937 come un cavallo solido, vincendo a marzo la San Juan Capistrano Handicap e conquistando poi altre sei trionfi di fila con in sella il fantino canadese Red Pollard. È proprio in quella stagione che nasce la rivalità con War Admiral, che dopo diversi rinvii per le condizioni fisiche di Seabiscuit vedrà il suo punto più alto nel confronto del novembre 1938 al Pimlico Race Course, per quella che avrebbe dovuto essere la corsa del secolo. Con War Admiral dato per favorito e due false partenze, la corsa entra nella leggenda grazie al sorprendente sprint in partenza di Seabiscuit – conosciuto più che altro per gli scatti nel finale – e alla vittoria del baio allenato da Smith, che stabilisce anche il nuovo record del circuito. 

Seabiscuit viene nominato cavallo americano dell’anno per il 1938, ma l’anno seguente è costretto a fermarsi per un infortunio ai legamenti della zampa sinistra anteriore. Il grande rientro avviene nel 1940, quando Seabiscuit finalmente conquista il Santa Anita Handicap che sempre gli era sfuggito in carriera prima di ritirarsi ad aprile di quello stesso anno. La sua morte avviene nel 1947 all’età di quasi 14 anni, probabilmente per un attacco cardiaco.

I film e i libri dedicati al cavallo Seabiscuit

Le gesta quasi eroiche dell’underdog Seabiscuit lo hanno reso oggetto prima dell’amore di molti americani durante la Grande Depressione e poi di diversi film e libri, in cui viene raccontato come simbolo di speranza e rivalsa. Su di lui sono stati fatti diversi lungometraggi, tra cui The Story of Seabiscuit con Shirley Temple e Seabiscuit in cui Tobey Maguire interpreta il fantino Red Pollard; quest’ultimo film è tratto dal libro Seabiscuit: An American Legend di Laura Hillenbrand, primo romanzo a parlare del cavallo statunitense dai tempi di Come On, Seabiscuit! del 1963, scritto da Ralph Moody.

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Paolo Carta

Paolo collabora da anni con diversi magazine online e riviste cartacee del settore automotive. Appassionato di cinema, viaggi e di sport, non disdegna critiche e giudizi avversi alle serie tv. Nato nel 1978 nella provincia capitolina, è romano ma non romanista.

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