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Arriva Grok, l’AI open source di Elon Musk

Non tutti sanno che Elon Musk, il visionario imprenditore di Tesla e proprietario di X è da anni che si occupa anche di intelligenza artificiale. Non tutti sanno che infatti è uno dei fondatori di ChatGPT, anche se adesso non ha più parte del progetto.

Probabilmente, per reinserirsi su questo mercato, e fare le cose come le desiderava, ha fondato xAI, con la quale ha lanciato Grok, una nuova AI. La vera novità sta però nel fatto che ha reso open source il codice sorgente di questa intelligenza artificiale.

La scelta di Elon Musk

Ad annunciare la novità su Grok è stato il suo stesso padre, su X. Dopo un primo lancio ordinario infatti il creatore ha deciso che il chatbot nato dal lavoro xAI, società fondata con l’obiettivo di “comprendere la vera natura dell’universo” , un riferimento alla Guida Galattica per Autostoppisti. Anche il nome Grok deriva da un altro classico della fantascienza: Straniero in terra straniera.

Nonostante l’apertura del codice però, Grok resterà disponibile solo per gli abbonati alla versione Premium di X, il social network precedentemente noto come Twitter. Dopo questa mossa buona parte del codice è stata resa disponibile su GitHub, con una licenza Apache 2.0 che consente anche un impiego commerciale.

In sostanza, gli sviluppatori possono usare questo modello per alimentare i propri prodotti e lanciare chatbot alternativi, basati su Grok. C’è sempre più fermento intorno alla discussione di rendere accessibile il codice dei modelli AI  fra gli sviluppatori. 

Sicuramente sappiamo che OpenAI non sembra avere intenzione di rendere open source i propri modelli, che alimentano strumenti come ChatGPT, DALL-E e Sora. Altre società, come Meta hanno invece imposto limiti all’utilizzo del codice della propria intelligenza artificiale.

La discussione sull’opportunità di aprire i codici sorgente delle Intelligenze Artificiali è ormai aperta, questi strumenti hanno ancora margini di errore molto elevati e i malintenzionati potrebbero usare l’AI per campagne di disinformazione e truffe. C’è però chi sostiene che  l’open source per l’AI potrebbe migliorare il codice, ridurre gli errori e creare strumenti per combattere la disinformazione.

Cosa ne pensate? Continuate a seguirci su Sisal News per non perdere nessuna novità sulle Intelligenze Artificiali.

Paolo Carta

Paolo collabora da anni con diversi magazine online e riviste cartacee del settore automotive. Appassionato di cinema, viaggi e di sport, non disdegna critiche e giudizi avversi alle serie tv. Nato nel 1978 nella provincia capitolina, è romano ma non romanista.

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